Tipo
taciturno il mio compagno di cella.
Nel penitenziario lo chiamano Mastro Geppetto.
Laltra notte mi ha raccontato la sua storia.
- Aveva sette anni il moccioso dice. Lo conducono nella baracca in mezzo al
bosco e se ne vanno lasciandomi a fare da guardiano fino al pagamento del riscatto. Lui
piange che vuole la mamma. Non smette. A me scoppia la testa. Gli dico: se tieni chiusa
quella boccaccia domani riceverai un regalo. Si addormenta e vado nella legnaia sul retro.
Trovo il ciocco che fa al caso mio. Piallo e intaglio tutta notte, ma al mattino quando si
sveglia trova un bellissimo Pinocchio accanto al letto. Ora lui è contento. Non vuole
più la mamma. Trascorre i giorni in compagnia del suo burattino. Subentrano però
complicazioni esterne. Avevano parlato di sequestro lampo quelli dellOrganizzazione.
Ma quale sequestro lampo! Le trattative non vanno avanti. La situazione precipita.
Una
parte della banda viene catturata. Ricevo la chiamata del capo: bisogna eliminarlo, dice.
Vicino la baracca cè un vecchio pozzo prosciugato. Vieni con me, dico al moccioso,
ti riporto dalla tua mamma. Mi guarda. Non è vero, dice, tu mi vuoi uccidere. Perdo la
pazienza. Faccio per afferrarlo e... la frazione di tempo necessaria per vedere la sua
mano, che brandiva il Pinocchio come fosse una mazza, calare su di me. Non ho fatto in
tempo a parare il colpo e... lui è fuggito.
Provo ad immaginarmelo sto Mastro Geppetto, brutale e grosso come un orso, messo KO
da un bimbetto di sette anni armato di un burattino di legno. Impossibile crederci!
- Mi stai dicendo che sei stato messo fuori gioco da un burattino di legno? dico.
Ma come è possibile?
Mi fissa con il suo unico occhio.
- Come è possibile? dice. Beh, te lo lascio immaginare.