In
lontananza si sentiva un lento crescendo di tamburi. Dodici fiaccole si accesero attorno
ad un catafalco drappeggiato di velluto nero, ardenti con fiamme verdi e malsane. Abraham
iniziò a riemergere dal sonno, spinto dal rombare lontano. Aprì gli occhi, perplesso.
Ma dove..., borbottò, mettendosi a sedere. Era un trentenne dallaspetto
sano robusto, con i capelli corti e la pelle molto abbronzata. Vedendo soltanto il buio
oltre le fiaccole, la perplessità si tramutò in panico.
Stavo andando al lavoro, poi... poi..., disse alloscurità.
Si rese conto dei tamburi. Un suono incessante, rombante, tanto profondo da entrargli
nellanima. Sembravano sussurrargli un messaggio segreto:
Arrampicati, sali, ascendi...
Arrampicarsi? Come per rispondergli, altre torce si accesero. Si trovava sul fondo di un
dirupo. Scoscese pareti salivano nel buio, tanto alte da sembrare infinite. Che strano
suolo, pensò... Si rese conto con orrore di trovarsi su un tappeto di cadaveri. Uomini,
donne, bambini, interi, a pezzi, decomposti, mummificati. Inorridito, sbarrò gli occhi.
I tamburi aumentarono di intensità.
Che importano i morti, pensò. Devo salire, salire... Si avvicinò ad una delle pareti.
Mani semidecomposte uscirono dalla terra, per aiutarlo a salire. Iniziò
larrampicata, che sembrò durare un tempo infinito. Rinvigorito dal dolce rombare
dai tamburi percorse metri su metri, fino a giungere al bordo del dirupo. Si issò sopra
una stretta cornice che portava ad una caverna, bocca orrenda incorniciata dalle
onnipresenti fiaccole verdastre. Sicuro, entrò. La terra si chiuse attorno a lui, su di
lui. Gli entro nel naso, nella bocca, in ogni orifizio. Preso dal panico iniziò a scavare
freneticamente. Trascorsero i secondi, fiori neri iniziarono a sbocciargli davanti agli
occhi.
Tutto divenne buio.
Un piccolo cimitero. La terra di una tomba scavata di fresco iniziò a muoversi.
Artigliando laria notturna, ne uscì una mano coperta di sangue rappreso. Dei
tamburi in lontananza.