Non è per te

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Filomena si svegliò, aveva la sensazione di aver fatto tardi. Guardò l’orologio, notò che era fermo. In lontananza le arrivò il tocco della campana.
“Lo sapevo” si disse, “ho fatto tardi”.
Era un mese che andava tutte le mattine alla prima messa. Don Enzo, il parroco nuovo, diceva che questo era un buon modo per espiare i peccati.
Lei ripensò al suo. Quanti anni erano passati, ritornò indietro con la memoria a quella sera. Era giovane, innamorata, lui cosi bello, il giorno dopo sarebbe partito militare, c’era la guerra, ricordò con nostalgia a quella sua unica notte d’amore.
Si affrettò, piccina e curva sotto il peso degli anni, verso la chiesa. Era ancora buio, faceva freddo, si strinse lo scialletto intorno al corpo rinsecchito.
Arrivata sul sagrato notò la porta della chiesa socchiusa, si meravigliò ma spinse il battente, entrò. La messa era già cominciata, aveva fatto tardi.

Si sedette all’ultimo banco, tirò fuori il libro delle preghiere ed intanto si guardava intorno. Stranamente non vedeva nessun viso conosciuto, nessuna delle sue compagne di preghiera. Solo figure sfuggenti, avvolte in manti scuri, il viso coperto quasi a volersi nascondere.
“Forse sono membri di una confraternita” rifletté.
Don Enzo dall’altare alzò la testa guardandola severamente, dritta negli occhi, la redarguì:
“Filomena, sei in anticipo, vattene questa non è messa per te” una vaga inquietudine la prese.
Il suo vicino di banco aveva girato il viso verso di lei. Il ghigno di un teschio, due orbite vuote la fissarono. Terrorizzata si alzò cercando di guadagnare l’uscita, ma altri avevano sbarrato la porta. Lei si guardò intorno, era un incubo. In quel momento l’orologio della chiesa risuonò cupo la mezzanotte.
Filomena cadde a terra, le mani strette al seno, fece appena in tempo a ricordare che quella era... la notte dei morti.

Rita Califano