Dove?
Il furgoncino dei gelati. La bancarella dello zucchero filante.
Luca sta contando: Sette, otto...
La Stregaccia, alta e storta, ondeggia nel vento. Trovo un corridoio tra le balle di
paglia accatastate e, graffiandomi le mani, riesco a strisciarci dentro.
Ottimo nascondiglio: Luca, Lucastro, non mi troverai!
Luca strilla: Trentotto, trentanove... quaranta! Marco, sono in caccia!
Non mi troverà mai, è un fifone ed ha terrore della grande Strega di stracci e
cartapesta sotto cui sono rannicchiato. Una vecchiona orrenda, che mangia i bambini
cacasotto come Luca.
Luca non mi trova ed ha paura: Marco, dove sei? Vieni fuori!
Cacasotto! Cacasotto!
Dal mio scomodo nascondiglio vedo gli occhi di ceramica della Strega ammiccare:
Vieni bambino, vieni! Tra le mie sottane sarai al sicuro.
Luca ha paura della Strega, perché gli hanno raccontato che porta via i bambini, mentre
io sono grande e, a settembre, andrò a scuola. Papà dice che non si deve avere paura di
un fantoccio, eppure ora la Strega sembra viva ed il suo sguardo è malvagio e cattivo. Ha
gli occhi rossi e la sua bocca soffia fumo e fiamme!
Perché la gente urla?
La Strega si muove e polvere rovente mi piove addosso, mi brucia la pelle. Vuole
prendermi, mi soffoca, la Strega cattiva mi cade addosso!
Voglio andare via, lasciami andare! Luca! Aiutami!
La Strega mi morde il petto ed io non respiro, non...
Marco!
La gente ride e balla al falò.
Quando le fiamme si sono alzate e hanno avvolto il nero pupazzo, è echeggiato un grido
straziato che sembrava vero. La gente ha gridato forte: Brucia, Strega,
brucia!
Perso nella folla, Luca piange disperato: Si è portata via Marco! La Strega se
lè portato via!
È solo un fantoccio di stoffa e paglia: Luca, hai paura di un fantoccio?