Non mi
piaceva rimanere da sola, la mia immaginazione troppo fervida era portata a dare forma a
qualunque paura, per quanto piccola, si celasse nel mio cuore.
Dovevo continuamente tenerla a bada, renderla inoffensiva; la mente doveva essere occupata
da altro: televisione, libri, giornali...
Questo rimedio funzionava talmente bene che a volte tendevo a dimenticarmi del delirio in
agguato nella mia testa.
Una sera tornai a casa tardi dal lavoro, accesi la radio e mi preparai a fare una doccia
rimandando la consueta bevuta di programmi televisivi.
Aprii l'acqua finendo di spogliarmi, gettai a terra i vestiti mentre il vapore cominciava
ad avvolgermi come una nebbia incantata.
Entrai in doccia chiudendomi dentro il box di vetro. L'acqua scorreva dalla nuca giù per
tutto il corpo, facendomi rilassare; per un paio di minuti non feci altro che godermi la
carezza di quella cascata tiepida al ritmo della musica, poi mi riscossi e aprii gli occhi
per cercare lo shampoo.
Fu allora che lo vidi.
Attaccato al vetro della doccia c'era un viso orribile, gli occhi spalancati a fissarmi.
Urlai e in preda al terrore scivolai e caddi battendo la testa.
Ho un ricordo confuso di quando mi ripresi: ogni volta che aprivo gli occhi accanto a me
c'era quel viso orribile, sogghignante e non era solo...
Continuavo a perdere i sensi, la mia ragione vacillava.
Finché capii.
Alla fine aveva avuto il sopravvento, la caduta aveva rotto gli argini.
La realtà stessa era diventata un incubo, popolata di visi orrendi, morti che
incrociavano i vivi nella vita quotidiana, anime immonde che vagavano alla luce del sole
non più relegate nell'oscurità degli incubi.
E' una settimana che vivo circondata dai mostri.
La notte non dormo, troppi occhi mi osservano.
Ma stanotte è l'ultima. Ho deciso.
Ucciderò il mio nemico.
Me stessa.
Ho 26 anni e faccio la commessa in un negozio di orologi. Il mio sogno nel cassetto é poter diventare un giorno una scrittrice.