Eco di
passi.
Il vicolo era buio. Desolato. Avvolto in una lieve foschia livida.
Nausicaa represse un brivido, e accelerò l'andatura.
Da sotto il mantello in cui era avvolta sfilò uno stiletto, e cercò di capire da dove
provenisse lo scalpiccio.
Dietro di lei, a sinistra, decise alla fine.
I passi si stavano avvicinando. Erano quelli pesanti di un uomo, ed era solo.
Con uno scatto Nausicaa si gettò di lato, addossandosi alla parete e rivelando la lucida
lama del pugnale: troppo lenta.
L'aggressore le piombò rapidamente addosso. Le torse il braccio con forza, e la disarmò.
Nausicaa emise solo un basso gemito. Non era mai stata brava ad usare le armi da taglio.
"Cosa abbiamo qui?" ringhiò l'uomo, con un ghigno malefico. "Oh... una
bella ragazzina?" Si passò la lingua violacea sulle labbra esangui.
Uno stupratore... Pensò Nausicaa, sbuffando mentalmente. Ci voleva solo questa...
"Ti prego, lasciami andare." Non c'era timore nella voce della ragazza.
L'aggressore parve per un attimo disorientato.
"Ehi, sentimi bene. Chiudi quella boccaccia che ti ritrovi, e non fiatare." La
minacciò con un duro cipiglio, stringendo ulteriormente la presa. "Fa quello che ti
dico, e vedrai che ci divertiremo insieme... pollastrella!"
Nausicaa avvampò di collera.
Quella fu l'ultima goccia.
"Io non sono una pollastrella... galletto da strapazzo!"
Sul viso dell'uomo si dipinse un'espressione sbalordita, seguita da un violento rossore.
Nausicaa però non gli diede il tempo per reagire. Con una mano disegnò per aria un
cerchio luminoso, e al posto dell'uomo comparve un piccolo galletto spaventato.
"Ora," mormorò, "ti insegnerò io come ci si comporta con una
signora."
"Ne siete sicura, nobile Nausicaa?" chiese l'allevatrice di
pollame.
"Sicurissima..."
Il gallo cantò furioso, agitandosi con violenza.
Nausicaa sorrise mestamente.
"Come desiderate, allora. Eppure è un così bel gallo... devo proprio
castrarlo?"
"Assolutamente... come cappone sarà perfetto!"