Aprì gli
occhi. La persiana alla finestra era chiusa, ma la luce era forte nella stanza e il sole
si infilava tra le scannellature della veneziana.
Oggi è martedì, dovrei svegliarmi alle 6,30 e andare a scuola. Perché cè
già così tanta luce? pensò.
Guardò la sveglia: 9,14. Cosa era successo?
Spostò le coperte e appena i suoi piedi ebbero toccato il parquet, si precipitò verso la
porta, la spalancò ed essa finì contro il muro con un botto che echeggiò nel salotto
buio dove ora volgeva il suo cieco sguardo.
Cominciò a intravedere il divano, il tavolino e, un sacchetto di plastica per terra?! Ma
il sacchetto non era in quel momento la cosa più insolita che le si presentava davanti.
Cosa avevano i muri? Erano tappezzati di macchie scure... Zone dombra create dalla
fioca luce che filtrava dalle tapparelle chiuse? La sua mano vagò sulla parete, mentre
gli occhi fissavano le pareti.
E luce fu. E terrore fu.
Laria le mancò nei polmoni.
La stanza era tappezzata di sangue!
Guardò il sacchetto e si accorse allistante che non lo era. Riconobbe una zampa, la
testa, la coda... Cercò di urlare, ma nulla uscì dalla bocca!
Un pensiero la scosse: Mamma! Papà...
Corse in direzione della loro stanza come meglio riuscivano a fare le sue gambe e accese
la luce.
Spalancò la porta.
Mamma!
Il letto era fatto di sangue, i corpi squarciati...
Le gambe cedettero, si ritrovò in ginocchio.
Tutta sporca del sangue che tappezzava anche quella stanza, balbettando versi
incomprensibili.
Qualcosa le sfiorò i capelli e poi vide solo rosso davanti agli occhi.
Cadde distesa, si sentiva leggera. Le venne in mente quella frase ottimista che afferma
quanto sia bello svegliarsi alla mattina e scoprire di essere vivi... sempre che non muori
pochi minuti dopo, aggiungerei io...
Ho 17 anni. Vivo a Milano, dove frequento il quarto anno di un istituto professionale per la Grafica Pubblicitaria. Mi piace molto leggere e scrivere. Ho partecipato a un paio di concorsi scolastici di scrittura creativa alle medie, posizionandomi nei primi tre posti.