Non le
piaceva viaggiare in treno da sola, soprattutto di notte. Non riusciva mai ad
addormentarsi. Inoltre lintero vagone era deserto, neppure unanima per
scambiare due parole.
Nella fretta della partenza si era anche dimenticata di portarsi un libro, restarsene a
fissare la sua immagine riflessa nel finestrino, cogliendo ogni rumore, la metteva a
disagio.
Trasalì nelludire lo sportello aprirsi e sospirò di sollievo quando vide apparire
una ragazza.
Mentre le passava accanto alzò lo sguardo verso la sconosciuta e le sorrise. Le sembrò
che lei ricambiasse ma non ne fu sicura. Da vicino non pareva più così giovane come le
era sembrata, il suo viso le si era mostrato addirittura antico, ma era stato un attimo.
La donna fece ancora qualche passo superandola poi parve ripensarci e tornò indietro.
«Le spiace se mi siedo qui?» Le chiese indicandole il posto di fronte a lei.
Ancora la sensazione di un sorriso che non si era in realtà manifestato, non ci badò,
cominciava a essere stanca.
«Anzi, mi fa piacere un po di compagnia.» La invitò.
«Già, non è gradevole viaggiare di notte su di un treno deserto. Ti convinci che non
cè nulla di strano, ma quando ci sei è tutta unaltra cosa.»
Mentre la donna si sedeva percepì un debole odore dolciastro, totalmente sconosciuto, le
ricordò per un attimo quello del sangue.
Si ritrovò a fissare quel volto pallido in cui galleggiavano occhi enormi. Di nuovo non
riuscì a distinguerne chiaramente i lineamenti. Per un istante le sembrò di fissare
ancora la propria immagine nel finestrino.
Laltra scosse il capo come per scostare i capelli dal viso e qualcosa di bianco,
molto piccolo le cadde sulla spalla.
La larva si contorceva lentamente.
Lo sguardo tornò al volto e questa volta scorse nitidamente il sorriso aperto a mostrare
il vuoto.