- Sì, pronto... sì... dovè lincendio?... certo... adesso
torni a letto e prenda una buona camomilla Jeff lanciò la cornetta sul tavolo
lasciando il telefono staccato.
Will non ci faceva quasi più caso, era almeno la ventesima volta nel giro di un mese.
Sempre lui, vero?
- Sicuro riprese a sfogliare una rivista sulle armi.
- A che distanza stavolta?
- Cinque metri. Fiamme a cinque metri.
Will sbuffò in una risata a denti stretti. Ce ne capitano di matti al centralino!
Lo dico io, meglio fare i secondini, almeno con un colpo di manganello li sistemi quei
balordi... zac! mimò con il braccio il fendente da assestare. Si accorse che il
collega, di spalle, non lascoltava. Ehi, Jeff, sai cosa cè a cinque
metri da te?
- Cosa vuoi che ci sia... lincendio? rispose soprappensiero, concentrato
sullimmagine dellultimo modello di Glock.
- Cè lacquario coi pesci... il portaombrelli... una sedia... oh, Jeff, mi
ascolti?
- Sì, Will, ti ascolto...
- Dicevo... cè una sedia... larchivio dei detenuti... il calendario...
Jeff chiuse la rivista e riappoggiò la cornetta sulla base del telefono. Sfilò da sotto
un mucchio di cartacce un manuale di giardinaggio e lo aprì allaltezza del
segnalibro, mentre con un mugugno affermava la sua virtuale attenzione allaltro.
- ...e cè il mio tavolo la voce di Will gli soffiò sulla nuca. Jeff si
voltò, con le mani al collo, giusto il tempo di guardarlo negli occhi mentre gli sfilava
le forbici dalla giugulare.
- E stammi a sentire, perdio!! ebbe come risposta.
Squillo del telefono.
- Pronto, chi diavolo è? rispose Will con le mani sporche di sangue.
- Cè un incendio... fiamme...
- A che distanza?
- Proprio lì... dentro di lei...
L'inferno sono gli altri
(J. P. Sartre)