I due
giovani scherzavano su demonio e possessioni simulando un esorcismo come l'avevano visto
in televisione e ridevano.
-Non sanno su che scherzano, mi disse don Alberto con aria strana.
Io provai a giustificarli, ma lui mi guardò serio e cominciò a raccontare.
-"Lui è qui, Lui è qui! Inchinati, prete!"
Me lo disse con aria soddisfatta il giovane, sui trent'anni.
"Da tanto lo aspettavo, ma adesso è arrivato! Inchinati, prete!"
Io cercai di sapere di che parlasse, ma lui si limitò a ridere sguaiatamente, fissandomi
con astio.
Poi..."
Mi guardò intensamente negli occhi, indeciso se continuare. -Dai don.
Cos'è successo?
Temeva di raccontare.
-Si formò una corrente d'aria. Non doveva esserci: eravamo in cucina. Pure... Le tende si
scossero. La temperatura calò, fortemente. Provai paura. Ingiustificata, diresti. Ma
provai paura.
Il ragazzo di scatto cadde in ginocchio, come per una pressione. Dovette fargli male, ma
nel dolore rise, di un riso sarcastico e ostile. L'aria aumentò, le tende si agitavano
spasmodicamente, come per scappare. Anche i soprammobili iniziarono a spostarsi.
"E' qui! Lui è qui! Sta entrando in me! E' qui!"
Allora mi sentii colpire, come una forte gomitata ai reni, ma non c'era nessun altro nella
stanza. Fui colpito ancora, ripetutamente. Poi la lampadina soscurò. Il giovane
lanciò un urlo. Dopo dieci secondi la luce tornò. Il ragazzo era diverso. Non era lui.
Ora... era malvagità. Mosservò, poi disse, con voce sibilante: "Vattene. E
dì al tuo Padrone che questo ormai è mio".
Sembrò levitare, le braccia aperte come croce, e dalla sua gola uscì un suono... non
umano, ma nella lingua di ciò che è. E diceva il Male. Fuggii.
Non so più nulla di quel ragazzo, chiesi il trasferimento dal paese, e non mi informai
più. Per paura.
E quelli... non sanno su che scherzano.
Sono nato nel 1983 a Vittorio Veneto (Treviso). Attualmente studio giurisprudenza e ogni tanto provo a scrivere qualcosa, sperando di arrivare a produrre qualcosa di passabile. Finora non ho mai provato a pubblicare.