C'è un
porta nera sul ciglio della strada.
Ogni giorno percorro questa via, camminando sul marciapiede invaso da persone chiassose.
La porta è sempre là, indifferente ai passanti, sfregiata da incisioni e scritte oscene.
Una sera mi soffermai per osservarla con attenzione. Il pomello d'ottone e la cornice
elaborata le davano l'aspetto di un solido portone di palazzina signorile. In realtà era
posizionata al centro di un muro lercio che non mostrava altri passaggi o finestre.
Oltre a disegni pornografici, frasi sconce e dichiarazioni amorose, sulla parte alta della
porta, in caratteri lineari marcati con del gesso bianco, si leggeva la frase "Nuota
in un ristorante come un pesce al pomodoro".
Passai il dito sulla scritta e immediatamente il gesso cominciò ad espandersi. Il dito
venne delicatamente trascinato lasciando tracce di gesso che disegnarono una freccia verso
il basso. Irresistibilmente attratto mi chinai ad osservare il punto che la freccia
indicava.
Inizialmente non vidi nulla ma dopo poco comparvero, una alla volta, caratteri
gotici. Lettera dopo lettera lessi questa frase: "Sei mai stato ingoiato da un
fantasma?".
Senza pensarci troppo misi la mano sul pomello d'ottone e mentre lo giravo pronunciai la
mia risposta a quella domanda: "No".
Non seppi mai quello che accadde esattamente.
Mi ritrovai in una taverna tetra, illuminata da ceri. Gli avventori del locale erano
spettri costituiti da brulicante polvere nera. Sedevano su sedie di legno e sembravano
aspettare la loro cena. Li vedevo in una prospettiva insolita. Volteggiavo nell'aria che
però era densa e rossa. Di fronte a me, dietro al bancone, un oste informe ridendo
gridò: "per chi è questo pesciolino?". Una voce profonda gli fece eco
"questo e mio" e immediatamente venni aspirato in un luogo caldo e buio.
A notte inoltrata mi ritrovai sdraiato sul marciapiede, di fronte alla porta nera.
Sono un ingegnere elettronico e per passatempo suono la chitarra e scrivo racconti.