"Al diavolo la pubblicità! Bastardi manipolatori della
realtà".
Il grido di Danio lacerò l'opprimente silenzio dell'oscurità.
"Ma che diavolo succede?, vi ho pagato, e che accidenti ho avuto in cambio?, un bel
niente, sono qui ad aspettare come uno stupido; dove vi siete cacciati, bastardi, ecco
cosa siete dei benemeriti bastardi!"
Strinse la bocca, si sforzò di concentrare un po' di saliva sulla lingua, e con un colpo
di testa gettò via l'impulso sprezzante che il buio inghiottì.
Con rabbia si buttò all'indietro e sentì la morbida consistenza della poltrona che gli
afferrava dolcemente la testa.
Pensò allo slogan, "un viaggio virtuale indimenticabile in carrozze dotate dei più
moderni confort".
Aggrottò le ciglia e urlò, "dannazione, in questo siete stati di parola e per il
resto?, dov'e' l'emozionante viaggio che mi avrebbe lasciato senza fiato?, schifosi
bastardi,... vorrei sapere come diavolo sono arrivato fin qui."
L'ultima cosa che ricordava, era il sorriso soddisfatto dell'impiegata dell'agenzia di
viaggio, quando aveva firmato in duplice copia il contratto che lo avrebbe catapultato
nella realtà più irreale. L'attesa cominciava ad essere snervante, aveva pagato e voleva
la contropartita. Subito!
Nella vita nessuno lo faceva aspettare.
"Fra pochi secondi il viaggio avrà inizio", una voce suadente lo sfiorò nella
penombra, quietandolo.
Lasciò scivolare il peso dell'attesa sulla poltrona; in lontananza vide una luce forte ed
accecante che avanzava verso di lui.
"Ci siamo", sospirò.
La luce sempre più intensa, simile ad un punto luminoso si avvicinava, non riusciva a
distogliere lo sguardo dall'unica
cosa che in quella stanza sembrava viva. La distanza diminuiva, immaginò un evento unico
ed irrepetibile quando la
luce lo avrebbe sfiorato.
Il bagliore lo prese alla gola, sentì la fredda lama che gli recideva l'arteria.
Pensò allo slogan della pubblicità. Le solite bugie.
"Un viaggio virtuale indimenticabile ...".