Erano
ovunque, avevano assunto sembianze umane, mascherando la loro bestialità dietro volti
familiari, conosciuti.
In pochi giorni avevano preso il sopravvento, sottoponendo al loro potere, alle loro
brutali pratiche chiunque gli fosse capitato a tiro.
Un solo modo per riconoscerli, prima di assalire la preda tossivano fortemente, quasi
fosse un macabro rituale.
Ovunque regnava il panico, nessuno si fidava di nessuno, una semplice influenza poteva
scatenare la caccia alle streghe, la paura imperava...
Intorno il caos più totale, persone che urlavano istericamente, sirene che suonavano
assordanti, nulla era più come prima.
Nicole correva disperata, uno di loro le dava la caccia, in un primo momento non si era
accorta della sostituzione, ma poi quello sguardo strano... lo aveva riconosciuto ed era
fuggita.
Alle sue spalle i passi del carnefice si facevano più vicini, insistenti, ma lei
seguitava a correre disperata, il fiato corto, un dolore al fianco, intenso, crescente,
rallentava la sua fuga, la straziava, ma non le impediva di continuare.
Intravide il portone di una vecchia palazzina, aperto, lo imboccò, lo chiuse con forza
alle sue spalle e proseguì la corsa verso le scale.
Sentì che forzava il portone, passi frettolosi sui gradini, ansimò stremata, raggiunse
il pianerottolo, si guardò intorno smarrita, un uomo la chiamò da una porta semiaperta,
lo vide, riconobbe suo fratello, gli corse incontro disperata, luomo la accolse in
un caldo abbraccio, la porta si richiuse alle sue spalle: era salva.
Stretta in quellabbraccio Nicole si sentì al sicuro, la testa poggiata sulla spalla
di lui, poteva inalarne lintenso profumo, ad un tratto luomo si contrasse,
cominciò a tossire, la donna alzò lo sguardo e lo vide, pronto a spalancare le sue
fauci, al di là della porta chiusa alle sue spalle il fratello gridava disperato, Nicole,
Nicole...