Le dita
invisibili dellIA muovono i flussi di impulsi lungo fasci di fibre elettrottiche
superraffreddate a temperature vicine allo zero assoluto. I dati si scaricano nella mia
testa come una cascata di acqua gelida. Mi muovo insieme agli impulsi. Lanima
fluttua digitalizzata. Tutto scintilla.
LIA è un respiro spettrale accanto a me. Sento le sue mani fredde lungo il mio
avatar, accarezzano la mia anima, insinuandosi nei miei pensieri. Chiodi di ghiaccio nella
testa mentre cado insieme ad una cascata di lance di luce lungo le fibre. Il conto alla
rovescia è una campana che batte nelle mie orecchie virtuali. LIA mormora qualcosa.
Non sento nulla. Annego nel freddo sempre più inumano. Un cancello di luce azzurra appare
là, in fondo, dove si infrangono gli impulsi in glifi ritorti di dati luminosi.
Si sta
facendo buio e mi sembra di cadere da sempre. Il cancello si fa più vicino. Gli ultimi
dardi di dati si affievoliscono mentre lIA urla strappandomi lanima con
artigli che si sgretolano. Il cancello mi entra nella pelle. Gelo assoluto. Un cuore batte
sempre più forte. Buio.
Qualcosa gocciola, distante. Sbatto le palpebre. Un ticchettio ritmico si avvicina.
Metallo su pietra. Spalanco gli occhi nellodore di carne calda. Mi guardano pupille
fisse; palpebre inchiodate da spuntoni di ferro arrugginito. Teste su ghiere e ingranaggi
di metallo consumato. Movimenti a scatti meccanici e ticchetti di aghi scomposti. Il
sangue mi cola fuori dalla pelle. Ghiaccio e ferro entrano nellanima. Urlo. La mia
mente si rompe.
Da qualche altra parte, in altra vita, unintelligenza artificiale si contorce su se
stessa, le parti logiche si smontano in serie sconnesse di 0 e di 1. Qualcuno sussurra:
Abbiamo perso il segnale.