Giornataccia

In una casa perfettamente normale, almeno all'apparenza qualcosa stava per sconvolgere e stroncare una piccola vita.
<<Vado a scuola.>>
Urlò Valentina dalla soglia della porta, sollevando il suo pesante zaino.
<<Va bene tesoro.>>
Rispose la madre dalla cucina.
Nell’altra stanza, Teddy, il figlio di cinque anni davanti alla TV guardava la televisione.
Valentina aveva i capelli neri, gli occhi marroni e voce squillante, che a volte dava sui nervi, mai ascoltava una regola o consiglio.
S'incamminò preoccupata. La sera prima aveva festeggiato e lasciato da parte i compiti.
<<Accidenti, speriamo che quell'orrenda professoressa non m'interroghi.>>
La sua agitazione crebbe ulteriormente, quando arrivata a scuola, notò di essere in ritardo di un quarto d'ora.
Corse per il corridoio facendo un gran rumore e si appoggiò piano alla porta della sua classe.
Perse l'equilibrio per il peso dello zaino, irrompendo in classe con una figuraccia.
<<Le sembra questo il modo di entrare in aula?>>
<<Mi scusi io...>>
<<Niente scuse. La puntualità innanzitutto.>> Illustrò la professoressa <<Lei ha fatto i compiti?>>.
<<Sì.>> Rispose voltandosi e "fuggendo" verso il banco.
<<Aspetti, mi mostri il tema. Voglio leggerlo alla classe>>
<<Non l'ho fatto.>>

<<Bene io in ogni modo le do quattro.>>
Poi si volse verso la lavagna e scrisse:
Compito: ricopiare quattro volte il tema svolto a casa.
La classe destò la sua disapprovazione con un immenso mormorio.
<<Bella mossa Valentina.>> Le dichiarò con rabbia un compagno.
Tornò a casa furibonda e si distese sul letto cercando di non esplodere in un pianto per la rabbia.
<<Sorellina vuoi giocare un po' con me?>>
La testolina bionda di Teddy apparve nella stanza.
Aveva in mano un orsacchiotto di peluche di nome Deg.
<<Vattene pidocchioso!>>
<<Ma io e Deg vogliamo giocare.>>
Disse agitando l’orsetto con la mano.
Furiosa glielo strappò dalle mani rompendolo.
Teddy restò un momento sbalordito, a guardare il suo orsetto senza testa, poi scoppiò a piangere.
<<Va bene, scusa, scusa, io ero arrabbiata, mi... mi dispiace. Smetti di piangere.>>. Disse capendo la situazione.
<<Era il mio preferito>>, piagnucolò <<Ti odio!>>
Valentina si dette da fare tutta la notte per ricucire l'orsetto.
Quando la sveglia suonò, tirò un sospiro di rassegnazione.
Afferrò la pesante cartella e usci di casa.
Tornò a casa alle sedici. La mamma non c'era.
Salì in camera e si distese sul letto coprendosi la faccia con un giornale.
Sentì aprirsi la porta. Vide suo fratello con le mani dietro la schiena.
Fece un sorriso sommesso e dispiaciuto stringendosi nelle spalle.
<<Non sono stata tanto brava a ricucirlo vero?>>
Teddy fece un gran sorriso e si avvicinò salendo sul letto.
<<Ho un regalo per te. Chiudi gli occhi.>>
Valentina incuriosita e tranquillizzata dal sorriso del fratello chiuse gli occhi.
<<Non sbirciare.>>
<<Okay.>>
Un atroce dolore ad un fianco proprio sopra il fegato la costrinse a spalancare gli occhi di colpo.
<<Cosa mi...>>
<<Cattiva, hai ucciso Deg e ora devi morire!>>.
Un colpo ancora...
Guardò la sorella.
Il sangue aveva colorato la maglia bianca.
Cercava di fermare l'emorragia sul fianco premendo con le mani, ma ormai le forze la stavano abbandonando.
Tirò un lungo sospiro e tossì cercando di alzarsi.
<<Aiutami, Teddy. Metti via quel cacciavite.>>.
Cadde sul mobile dove teneva i cosmetici e poi a terra.
Teddy guardò il cadavere della sorella.
Una lacrima scendeva ancora dagli occhi. Il viso era una maschera di stupore. La bocca era aperta e sanguinante. Cadendo si era rotta diversi denti.
Il sangue scuro che usciva dal fegato era propagato in una pozza.
I capelli neri erano impiastricciati.
Ma gli occhi suggestionavano. Sembrava che avessero visto il diavolo.
<<Non guardarmi così.>> Urlò Teddy colpendo gli occhi col cacciavite.
"Deg, la tua morte è vendicata..." Pensò. "Adesso vado a vedere la TV."

Alex Tasciotti