L'inafferrabile Jenny

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Da qualche tempo, nella chat dei cervelloni della Facoltà di fisica, non si faceva che parlare di Jenny. 25enne bionda occhi verdi in grado di polverizzare qualsiasi test selettivo istituito per essere ammessi alla room. Su di lei girava un’inquietante leggenda metropolitana secondo cui chi l’aveva incontrata era sparito. Gigi, 110 e lode, era uno di questi, benché continuasse saltuariamente a fare le sue apparizioni virtuali nella famosa chat dei cervelloni. Stessa cosa per Mimmo, altro 110, un vero fuoriclasse, volatilizzato l’anno prima. Demis venne ritrovato nella sua auto carbonizzata privo di testa, ma non fu possibile identificarlo. Anche perché c’erano almeno una decina di studenti pronti a giurare che un mese dopo il macabro ritrovamento, egli entrò in chat digitando con le maiuscole come faceva di solito. Cierre, nickname di Carlo, anch’egli affezionato membro del club dei cervelloni, era l’unico “sopravvissuto” all’incontro con Jenny.

Anche se le solite leggende dicevano che l’incontro tra i due non c’era mai stato. Finché un giorno in chat si videro le foto della serata e la febbre da Jenny salì ancora di più. Le sparizioni, intanto, continuarono ad intensificarsi, colpendo sempre i cervelli migliori. Neo dottori che si dileguavano lasciando fidanzate ed amici, per manifestarsi in chat. Non fu difficile all’ispettore Ciro, interpellato da mamme e fidanzate, riuscire ad identificare la postazione da dove i “fuggiaschi” chattavano. Era il centro di ricerche di Shiraz, nell’Iran. Per sapere cosa ci facessero i cervelloni europei in Iran ci vollero i Servizi segreti. Che tramite i satelliti verificarono per mesi che nessuno dei ragazzi scomparsi entrarono ed uscirono dalle porte del centro. L’operazione “fuga dei cervelli”, passò di mano alla Cia, che preferì non riferire alle mamme ed alle fidanzate che all’interno di quel centro si trovavano alcuni computer con dei nomi: Gigi, Mimmo, Demis.

Roberto De Nart