Volevo
staccare lo sguardo da quellimmagine, ma vi restava attaccato con maggior vigore
infischiandosene di ciò che accadeva intorno. Il campo visivo era riempito da
uninsieme bidimensionale di macchie colorate che componevano il mio volto.
Irriconoscibile. Non potevo credere che tale immagine fosse lespressione carnale di
me. Stringevo il risultato dellimpressione chimica che mi immobilizzava per ben
quattro volte. Ci strofinavo il pollice quasi a carpirne la verità agli occhi negata.
Inutile. Non mi riconoscevo. Ma ne ero attratto.
Un misto di repulsione e morboso piacere seguivo in quei lineamenti che mi rendevano gli
occhi schiavi.
Con le forbici tagliai un quarto di me.
Libero da multipli sguardi avvicinai il pezzetto di carta opaca inspiegabilmente ondulato.
Esaminai lincrespatura che mi deformava centralmente il volto. Un rialzamento
innaturale rendeva perverso quel mio finto sorriso. Mutava.
Prese forza e tridimensionalità, vidi i miei occhi brillare crudeltà. Sentii il mio
pollice bagnarsi, lentamente ero risucchiato da me. La testa singrandiva, uscì dai
contorni. Restai a guardare il ghigno di piacere sulla bocca ormai riempita dal mio
braccio.
Inglobato acquisivo la conoscenza profonda di quella ferocia. Mentre minghiottivo
prendevo coscienza di me, primordiale proiezione.
Ero fuori e dentro me.
Ridondante essenza del mio essere.
Sono una Web Designer. Mi sono avvicinata alla scrittura all'università con il mio primo racconto pulp. Adoro disegnare, leggere, scrivere soprattutto poesie, una è stata pubblicata in un'antologia.