<<Non devo respirare>>... così pensava mentre il puzzo di
carne imputridita gli faceva contrarre lo stomaco in conati di vomito. <<Non
fiatare, non guardare... pensa ad altro, estraniati...>>. Il suo corpo era di marmo,
freddo ed irrigidito, mentre seduto sulla sedia conficcava le unghie delle mani nelle
cosce delle gambe. Il volto glaciale e severo di un vecchio rugoso lo squadrava
imperturbabile da dietro la tavola apparecchiata. Il petto sobbalzava ai violenti battiti
del suo cuore impazzito. Le orecchie gli fischiavano e la testa e le tempie pulsavano
mentre percepiva distortamente vaghe parole dal televisore acceso. La paura lo pervadeva
nel suo freddo abbraccio. Sudava e si sentiva esausto, perduto nell'assordante vuoto che
aveva attorno a sè. Fissava imprecisamente un punto sul soffitto dicendosi <<non
guardare il piatto, ti prego, non guardarlo>>.
-Ti decidi a terminare la tua cena, lurido stronzo?- disse il vecchio.
<<Non ti muovere, non un solo movimento e tutto questo sparirà>>. Sentiva il
ronzare delle mosche che banchettavano nel suo piatto.
-Allora coglione, mangia!-
-No!- gemette il giovane.
-Che cosa c'è, Marco?- disse una voce di donna.
-Non hai ancora mangiato. E non hai neppure preso le tue medicine-.
-Non le voglio prendere, mi fanno stare male- piagnucolò il ragazzo.
-Sei soltanto un sacco di merda!- urlò il vecchio rosso in faccia con grandi occhi
rotondi.
-Le medicine le devi prendere Marco!- disse ora la donna con la voce rotta in un sibilo.
-Nooo!!- il giovane spinse con le sue ultime forze il tavolo, cercò di alzarsi
barcollante dalla sedia ma cadde riverso al suolo.
Due infermieri parlano durante il turno di notte:
-Quand'è arrivato il ragazzo della 21?
-Ieri. Schizofrenia paranoide-allucinatoria.
-...
-Dovresti vedere la madre.
-Perchè?
-E' una gran figa.
-Ah, però...
-Beato chi se la scopa... sai che ha fatto l'Inter?