Evviva!
Oggi è il giorno del mio compleanno, il mio ottavo compleanno. Mamma e papà mi hanno
organizzato una festicciola bellissima, hanno invitato tutti i miei amici di scuola, anche
la maestra voleva venire, poi però sono riusciti a farla rimare a casa, lei è sempre
cattiva con me. Ma la più brava di tutti è la mia sorellina grande, lei fa tutto per me:
mi regala bambole, mi prepara dolci. Anche l'idea della festa è stata sua, le voglio
tanto bene:
-Ciao Anita! Auguri Anita, ma che bella bambola, che bel vestitino-
Anche gli zii, quelli vecchi del Texas mi fanno i complimenti, tutto per merito della mia sorellina che li ha fatti venire, non vedo l'ora che finisca la scuola così io e Margaret, la mia sorellina appunto, potremmo giocare tanto insieme. La mia sorellina mi sta portando la torta, ci sono 7 candele sopra, lei non si sarebbe mai dimenticata una candelina, Sicuramente è per colpa di papà, quel negro di papà. La maestra mi dice sempre che non si deve dire negro. Negro è una brutta parola, negro è ricordare a qualcuno che tu sei superiore, devi tenerlo per te. La mia sorellina mi sta portando la torta, l'ha presa da Anna Rita, la nostra amica italiana. Mamma dice che è tanto buona, ma la odio, Mark, il mio compagno di classe mi ha detto che è un'ebrea e io gli credo, trasuda grasso da tutti i pori. Non è buona la torta che mi sta dando la mia sorellina, ha un sapore strano, mi sembra colla, mi sembra la lezione di matematica quando attacchiamo i grafici sul quaderno, la mia sorellina mi ha fatto una torta cattiva, non mi sento bene... non mi sento più, ma voglio bene alla mia sorellina.