Il piccolo soldato stava tremando, non poteva più negare a se
stesso di avere paura.
La grande battaglia era cominciata da poco e già i nemici avevano dimostrato la loro
superiorità tattica massacrando, con sorprendente facilità, i cavalieri del suo
esercito. Anche molti fanti come lui erano caduti e la sconfitta sembrava ormai
tragicamente vicina.
Disperato e con gli occhi colmi di terrore, il piccolo soldato guardò di fronte a sé:
sul desolato campo di battaglia, allorizzonte, si stagliavano netti i contorni delle
lucenti armature dellesercito nemico. Alle sue spalle, quel che restava del suo
schieramento era paralizzato dalla paura o batteva penosamente in ritirata.
Il pensiero del piccolo soldato vagò fino al ricordo dei compagni già morti, amici con
cui aveva condiviso buona parte della vita o veterani che avevano affrontato molti scontri
prima di perire in questa ultima, grande battaglia finale.
Poi, improvvisamente, lo vide: alla sua sinistra un possente soldato nemico si avvicinava
rapido. Dallinterno del grande elmo conico che lavversario indossava si udì
una risata crudele, subito prima che lo attaccasse ferocemente.
Pochi istanti prima di morire, un solo pensiero occupava la mente del piccolo soldato: la
vita del sovrano era in pericolo!
Luomo non aveva riflettuto più di tanto: la sua prossima mossa
era ovvia. Prese il suo alfiere e lo mise al posto di un pedone nero, su una casella in
traiettoria del re avversario.
«Scacco!» disse raggiante.
Mi chiamo Michele Alessi, ho 16 e vivo a Senago, una piccola città in provincia di Milano. Frequento il Liceo Scientifico e scrivo per hobby. In passato, ho partecipato a due edizioni del concorso di narrativa "Quante Storie" indetto da alcuni comuni dell'interland milanese. Entrambi i miei racconti sono apparsi sulle antologie che raccolgono le migliori opere del concorso.