Il vento
soffia tra i rami degli alberi; la luna piena risplende nel cielo invernale. Guardo le
luci dellalbergo, lontane alle mie spalle. Lui mi sta gia aspettando, ne sono
certa, la dove il sentiero finisce, sulla riva del lago ghiacciato. Ieri sera sono
salita in anticipo con una scusa, e lho aspettato davanti alla porta della sua
stanza. Gli ho detto che dovevo assolutamente parlargli, in privato. Pensavo che mi
avrebbe invitata a entrare, invece mi ha dato appuntamento qui.
Ecco la sua figura alta e dritta, immobile sulla riva del lago. Gli vado incontro. Lui mi
saluta con un gesto della mano. Io mi fermo di colpo. Senza dargli il tempo di parlare,
estraggo dalla tasca esterna della giacca a vento il mio specchio da borsetta e glielo
punto contro. Lui mi guarda, sconcertato. Io mi volto, dandogli le spalle, e osservo nello
specchio limmagine del suo volto pallido e perplesso, al di sopra della mia faccia
spaventata. Mi giro di nuovo. Lui guarda lorologio.
-Mezzanotte in punto- mi annuncia. -In perfetto orario.
-Ma allora non sei...
-Non sono cosa?
-Un... un vampiro.
-Io un vampiro? Ma come ti e venuto in mente?
Cerco di dire qualcosa, ma lui non me ne lascia il tempo. Mi afferra per le spalle, mi
solleva tra le braccia e si avvia verso il folto degli alberi. Fatti pochi passi, si ferma
e mi posa a terra. Il suo viso, illuminato dalla luna che fa capolino tra i rami sopra di
noi, comincia a cambiare: sembra allungarsi, mentre le orecchie appaiono piu grandi,
sempre piu grandi. Le labbra si sollevano, scoprendo i denti.
-Non sono un vampiro- ringhia. -Sono un lupo mannaro.
Silvia Castoldi รจ nata a Milano nel 1964. Laureata in filosofia, lavora da anni in campo editoriale come redattrice e traduttrice. Appassionata di fantascienza e fantasy fin dall'infanzia, dal 2001 fa parte della giuria del Premio Urania. Ha sempre amato scrivere, ma non ha ancora pubblicato nulla.