Benedetta
si sedette sul letto, incrociando le gambe, rassegnata. Aspettava lo scoccare della
mezzanotte come un condannato attendeva il suo carnefice.
In lontananza echeggiarono dodici cupi rintocchi.
Non appena furono terminati, dalla parete davanti a lei si aprì una spaccatura. Ne
uscirono un fumo spesso e maleodorante, un calore infernale e lontane urla di sofferenza.
Un istante dopo, emerse dallimprovvisata porta un individuo vestito molto
elegantemente, dalla testa glabra, color sangue, su cui campeggiavano due piccole corna
nere.
- Molto bene! sorrise compiaciuto il demone Vedo che mi stavi aspettando.
Hai avuto un anno di fama, ricchezza, sesso e fortuna. Spero ti sia piaciuto. Ora è
giunto il momento di rispettare i patti.
- Non cè modo di ottenere una proroga?
Chiese lei, mesta.
Il demone allargò le braccia e inclinò di lato la testa:
- Lo sai bene disse ironicamente bonario Una volta stipulato un contratto
non sono ammesse deroghe!
Benedetta sospirò, alzandosi dal letto. Quando fu in piedi si irrigidì, come
pietrificata.
- Allora? Andiamo? Soffiò spazientito lindividuo.
Violentissime convulsioni attraversarono il corpo della ragazza, gli occhi si girarono
indietro mentre emetteva solo rivoltanti gorgoglii. Crollò a terra, innanzi al demone
che, impassibile, assisteva allo spettacolo.
Dalla bocca di lei uscì un denso fumo bianco, che si ricompose davanti allessere,
assumendo la forma di un suo simile.
- Bene Azael, - disse il primo ora possiamo andare. Spero che ti sia divertito,
durante le ferie. Abbiamo un sacco di lavoro arretrato, da sbrigare.
- Lo so. disse asciutto laltro, mentre seguiva il collega attraverso la
fenditura È ben per quello che non volevo lasciare il mio corpo ospite.
Lapertura si richiuse senza lasciare alcun segno e la stanza piombò in una quiete
sinistra.
Benedetta giaceva ancora esanime in terra. Presto si sarebbe risvegliata. Senza alcun
ricordo dellultimo anno.