Guidando verso la casa del dottor Lyle pensava che l'avrebbe sicuramente preso per pazzo. E forse lo era davvero. Ma lui lo aveva visto. Il commesso viaggiatore appena arrivato in paese era un vampiro. Lo aveva visto uccidere una ragazza sotto i suoi occhi, succhiandole il sangue dal collo. Per fortuna il dottor Lyle era un uomo di larghe vedute, e, benché scettico, decise di andare con lui portando con sé un grosso paletto di legno e un martello. Stava per sorgere il sole quando arrivarono alla casa dove alloggiava lo straniero. Lo trovarono in cantina, nella più completa oscurità, all'interno di una bara. Non si accorse di nulla, si risvegliò per un istante solo quando il dottore conficcò il paletto nel suo cuore, ma era troppo tardi.
La carne del vampiro si dissolse
lasciando nella bara un putrescente cumulo di cenere.
"E' una fortuna che mi abbia creduto, dottore. Pensavo che mi avrebbe preso per
pazzo, stavo quasi per crederci anch'io e per tornare a casa senza passare da lei."
"Invece hai fatto bene a rivolgerti a me" disse il dottor Lyle mentre i suoi
canini scintillavano alla fioca luce delle candele prima di affondare nella gola
dell'amico. "Vedi, questa città è troppo piccola per due vampiri."