Faceva
caldo. Molto caldo. Su tutto un'afa opprimente, l'aria era quasi solida. Nell'ufficio si
era rotto il climatizzatore e gli impiegati si arrangiavano con due piccoli ventilatori
elettrici. Uno di loro, Giampaolo, aveva informato del guasto il responsabile, ma non
aveva ricevuto alcuna risposta: erano già passati dieci giorni! Morivano dal caldo,
pregni di sudore e con i nervi a pezzi. A complicar le cose, due odiose mosche ronzavano
intorno posandosi e solleticando i poveri disgraziati.
Il responsabile in persona si affacciò alla porta dell'ufficio: "Olà ragazzi! Vado
in ferie da oggi. Arrivederci a settembre! Porco boia che sauna questa stanza!"-
Sorrise ironico guardando Giampaolo e, facendogli un sorrisetto canzonatorio, se ne andò.
Giampaolo voleva reagire... Ma non lo fece!
Verso le 18.00 di quello stesso pomeriggio, il telefono sulla scrivania di Giampaolo
trillo' improvvisamente:
"Pronto, ufficio POS e carte di credito. Sono Bandini." - rispose meccanicamente
il quieto impiegato.
"Oh, Bandini buonasera. Sono Mazzoncini dell'amministrazione. A che punto siete con
il controllo dati della scorsa settimana?"
"Siamo quasi in pari. Domani torna dalle ferie Spinicci ed entro lunedì le invieremo
le stampe."
"No, no!... Entro lunedì! Ma scherza! Ci servono per domattina. Si faccia aiutare da
qualcuno se ha problemi ma non mi rimanga indietro!"- la cornetta fu riattaccata
sgarbatamente e Giampaolo rimuginò che anche quella sera doveva restare in ufficio almeno
fino alle 20.30.
Giampaolo voleva reagire... Ma non lo fece!
A sera inoltrata, concluso il lavoro, uscì strisciando la tessera magnetica
sull'apparecchio marcatempo. Fuori persisteva un caldo pesantissimo e la divisa (giacca,
cravatta e pantaloni scuri) era ormai diventata un insopportabile straccio bagnato. Si
avviò verso la sua utilitaria parcheggiata vicino al bar dell'angolo. Qui fuori, sedute
su variopinti motoscooter, un gruppetto di ragazze sui venticinque anni conversavano tra
loro. Giampaolo, mentre apriva la portiera e posava ordinatamente la giacca sul sedile
posteriore, rimase ad osservarle: quei seni turgidi e abbronzati, quelle gambe e quei
sederi formosi in bella mostra, per non parlare delle splendide caviglie e dei
meravigliosi, curati piedi nudi nei sandali... Si sentì eccitato, prossimo ad
un'erezione. Una delle ragazze se ne accorse e ridendo, esclamò:
"Qualche problema, bimbo?"
"No... No, assolutamente. Riflettevo..." - rispose imbarazzato.
Quella lo guardò ridacchiando e lui salì in auto affrettandosi a partire. Quando già
aveva ingranato la marcia, udì una di quelle che, divertita, disse alle amiche: "Che
tipo ridicolo. Da uno così non mi farei neanche sfiorare un capello!"
Giampaolo voleva reagire... Ma non lo fece!
Durante il tragitto verso casa, mentre il ragazzo guidava diligentemente nel traffico
cittadino, il cellulare squillò vibrando: era il suo amico Michele. Questi lo invitò a
bere qualcosa insieme; sarebbero andati al pub in collina per stare un po' al fresco e,
perchè no, tentare l'abbordaggio di qualche figliola. Giampaolo accettò con entusiasmo:
voleva distrarsi e desiderava pensare a cose gradevoli. Nello stesso momento in cui
salutò l'amico al telefono, uno scapestrato, suonando il clacson, lo superò da destra
inveendogli contro: "Spostati, coglione!!"
Giampaolo voleva reagire... Ma non lo fece!
A casa l'accolse bruscamente la madre: "Perchè sei tornato così tardi? Mi potevi
anche avvisare!... E poi mi sono stufata di dover fare i tuoi comodacci prima di poter
lavare i piatti! Sono stanca morta e voglio andare a letto!"
"Sì, mamma tanto devo sbrigarmi. Alle dieci passa Michele e andiamo al pub per
divertirci un po'." ribattè Giampaolo mentre, sedutosi a tavola, si serviva nel
piatto un po' di minestrone freddo.
"Al pub... A divertirsi... Mah! Io mi meraviglio! Sembra che hai ancora vent'anni e,
come allora, esci con gli amici a fare l'idiota! Ma quando ti decidi a trovare una moglie!
Io e il babbo non siamo eterni!... Guardalo lì quasi trentadue anni! Ma che uomo sei, che
razza di uomo sei!"- detto questo la madre, borbottando e scuotendo la testa, andò
in salotto ed accese la TV.
Giampaolo voleva reagire... Ma non lo fece!
Michele fu puntualissimo e alle dieci precise erano già in viaggio verso la collina.
Giampaolo era di buon umore e scherzava:
"Adesso andiamo lì, ci si mette accanto a due belle tipe e, tra una birra e l'altra,
"baccagliamo" alla grande! Se poi riusciamo ad avere il numero del cellulare il
gioco è fatto! Le tipe sono nella rete!... Mi raccomando dottore, non mi s'incazzi se
queste rispondono male! Noi abbiamo le palle più grosse di loro! Cosa vuoi che sia il
solito due di picche dalle solite due stronze che se la tirano! Ed ora... Alla
caricaaaaaaa!!!!"
Michele, continuando a guidare, sorrideva con complicità all'amico.
Il pub era pieno zeppo. Anche in collina faceva caldo. I due amici, parcheggiata l'auto
quasi un chilometro prima del locale, entrarono nel giardino dov'erano sistemati i tavoli.
Ebbero la fortuna di mettersi quasi subito a sedere. Ordinarono birra e cominciarono a
conversare del più e del meno. Neanche a farlo apposta, il tavolo accanto si liberò e vi
trovarono posto due belle ragazze: una mora e una bionda. Giampaolo, sgomitando all'amico,
cominciò ad osservarle: la mora era molto elegante ed aveva un tatuaggio sulla caviglia.
Notò che portava delle infradito nere e che roteava un bel piede con unghie smaltate
bianco perla. Ma fu la bionda, più casual nell'abbigliamento e più vivace nel parlare,
che attirò la sua attenzione. Dopo qualche minuto di tentennamento, nonostante la
timidezza, decise di agire:
"Scusate il disturbo! Vi vediamo qui sole, solette e siamo addirittura vicini di
casa... Ohps!... di tavolo, quindi facciamo due chiacchiere!"
"Non mi sembra il caso!"- rispose un po' annoiata la ragazza bionda. L'altra,
colta di sorpresa, sorrise.
"Niente paura!"- continuò Giampaolo -"Non si morde mica! Siamo tipi
tranquilloni" - e ridacchiò benevolo.
"Quanti anni avete? Siete di qui?" - intervenne Michele. Le due restarono in
silenzio.
"E' una serata calda, vero? Bah, l'unica cosa intelligente è andare al mare...
Domani che fate?
A questo punto, la ragazza bionda che fino a quel momento aveva fatto finta di niente, si
voltò verso Giampaolo (era il più vicino) e urlò: "Senti imbecille, smettila di
romperci le palle! Non c'interessate! E piantala di fare lo stronzo con due che potrebbero
essere le tue sorelle minori!"
Giampaolo si sentì umiliato e non rispose. Michele reagì urlando a sua volta. Le due
ragazze si alzarono e la bionda, mostrandogli il dito medio, prese l'amica e si sedette ad
un tavolo più lontano.
Giampaolo voleva reagire... E QUESTA VOLTA LO FECE!
Cercando di mantenere la calma e continuando a scherzare, trovò una scusa per tornare a
casa. Michele lo accontentò.
Una volta arrivati, Giampaolo salutò l'amico e fece finta di entrare nel portone del
palazzo. Poi andò in garage, caricò la cassetta degli attrezzi in auto e partì a folle
velocità verso la collina. Ritornò al pub ed entrò per vedere se le due c'erano ancora.
Le ragazze erano ancora al tavolo e stavano chiacchierando. Il ragazzo ebbe un anomalo
sussultò dell'essere: quel qualcosa che fino a quel momento era riuscito a contenere le
sue reazioni non c'era più! Tutte le paure, i rimorsi, gli scrupoli ed i tabù erano
cancellati per sempre! Adesso voleva solo andare al di là di quello che non era mai
stato!...
Aspettò pazientemente un'oretta. Erano le due di notte ed il cielo si stava riempiendo di
nubi. Finalmente le due ragazze uscirono. Salirono su un'utilitaria uguale alla sua, solo
di colore rosso. Giampaolo corse in macchina, mise in moto e cominciò a seguirle
tenendosi ad una prudente distanza. Gli batteva forte il cuore e i nervi erano tesissimi.
Dopo un quarto d'ora l'auto delle ragazze si fermò vicino ad un elegante casolare. La
mora scese, baciò l'amica e rincasò. Giampaolo accostò e rimase ancora in attesa. Anche
la bionda scese, forse per un bisogno e lui, con una velocità ed una lucidità
sorprendente, andò a mettergli un lungo chiodo da muratore vicino ad una gomma. Poi
risalì in auto e prese dalla cassetta un martello.
La bionda riapparve e ripartì. Appena la ruota si mosse il chiodo si conficcò nella
gomma che, dopo qualche metro, era già a terra. La ragazza scese, si guardò attorno
preoccupata poi cominciò ad armeggiare al bagagliaio per estrarre la ruota di scorta.
Giampaolo gli si parò repentinamente alle spalle.
"Ciao, ti ricordi di me?" - disse con voce sibilante.
"Ancora tu! Ma che cazzo vuoi da me?!..."
"Lo sai! Facciamo due chiacchiere!" - e subito vibrò una poderosa martellata
sulla testa della bionda.
Questa cadde a terra malamente: dalla testa e dal naso colava sangue rosso. Fra i capelli
si era impastata una certa quantità di materia cerebrale. Giampaolo avvertì un certo
senso di sollievo poi la furia ritornò.
Prese la ragazza e la trascinò fino alla sua auto. La caricò brutalmente sul sedile
posteriore e partì a razzo verso i boschi. Appena sentiva qualche lamento o la vedeva
muoversi, si girava e, continuando a guidare, la tempestava di pugni e martellate. Gli
fece spaccare il vetro con la testa e rischiò di andare fuori strada due volte. Oramai il
retro della piccola auto era piena di sangue e materia grigia: un po' era schizzata anche
sul cruscotto.
Verso le quattro Giampaolo arrivò in un boschetto sperduto. Agguantò di nuovo la ragazza
e la trascinò vicino a dei cespugli.
Prese dalla cassetta una grossa catena e con questa l'immobilizzò su di un tronco: la
poveretta era un'orribile maschera di sangue e, alcune schegge di vetro, gli erano rimaste
infilate negli occhi, sulle guance e lungo il collo.
Accese prudentemente una piccola torcia elettrica poi, sempre più folle e con occhi di
belva, si scagliò di nuovo sulla vittima ormai agonizzante.
"Puttana, troia! Adesso non me le dici più le parolacce eh! Brutta stronza...
Facciamo due chiacchiere, dai!... Beh, non parli più?! Non parli più??!! Brutta schifosa
è morta! E' mortaaa!!!"
Cominciò a colpirla ripetutamente con pugni violentissimi fino a che la testa s'incrinò
in due parti. Poi prese un trincetto e la sventrò selvaggiamente.
"Ah, la stronzetta aveva bevuto succo di frutta e coca-cola! Anche astemia la
puttanella!" - disse questo mentre infilava una mano nelle viscere calde e vischiose
per poi succhiarla con voluttà.
Passata la furia pensò di far sparire il corpo. Prese, sempre dalla cassetta, una piccola
pala da campeggio e cominciò a scavare con folle determinazione. Intanto un vento gelido
tormentava le piante e sinistri sibili accompagnavano il ritmico, cupo rumore della pala
contro la terra soffice. Alle cinque aveva scavato un'enorme fossa fonda più di due metri
nella quale gettò il cadavere. Alle sei circa l'aveva ricoperta completamente.
Tornò a casa. Si lavò, non salutò nessuno e partì puntuale per l'ufficio. Si sentiva
leggero, come un'altra persona, non avvertiva nè stanchezza, nè tantomeno rimorso.
Parcheggiò la macchina all'angolo davanti al bar e uscendo riconobbe una delle ragazze
della sera prima. Questa lo guardò con aria di sufficienza, smorzando una risatina. Poi
scuotendo la testa entro nel bar.
Giampaolo si fermò a riflettere poi, con fare quasi automatico, prese il cellulare e
compose il numero dell'ufficio:
"Pronto?... Ciao, Spinicci, bentornato! Senti stamattina ho da fare prendo un giorno
di permesso... Avvisa tu l'ufficio personale! Le stampe per Mazzoncini sono sulla mia
scrivania. Ciao a domani"
Poi salì in macchina e dette un'occhiata sul sedile posteriore: aveva sempre con sè la
cassetta degli attrezzi...
Aspettò che la ragazza uscisse dal bar e inforcasse il motoscooter. Quando ciò avvenne,
pian piano cominciò a seguirla mantenendo la solita, prudente distanza.
"Chissà se con questa ce le facciamo due chiacchiere...!"- aggiunse ridendo,
mentre estraeva il martello dalla cassetta.