Spesso
coloro che hanno sfiorato la morte affermano di aver visto tutta la vita scorrergli
davanti agli occhi in un lampo; i buddisti parlerebbero di unapparizione del karma,
ma come dovrebbe rapportarsi a una tale affermazione una mente razionale?
Renato era senza dubbio una persona razionale e la sua giovane mente da avvocato era
troppo impegnata a elaborare stratagemmi per ingannare giudici e difendere assassini per
porsi domande di questo tipo, ma ora qualcosa lo spingeva a rifletterci, qualcosa di
strano che gli stava accadendo in quel momento.
Era convinto di aver appena lasciato la discoteca con la sua Celica e di averla lanciata
sulla strada di casa a folle velocità, ma quello che vedeva non era la strada, no, non
era la strada.
Eccolo lì, con il suo vecchio grembiule azzurro a quadri, macchiato da quellultimo
biscotto al cioccolato sfilato dal sacchetto prima di uscire di casa. Il primo giorno di
scuola, lemozione e poi il primo amore, il secondo, il liceo, il professore che lo
stimava, la gioia, la morte di sua madre... il dolore. Gli anni passati sui libri tra
codici e codicilli, la laurea a pieni voti, il praticantato, il suo studio, quella sera...
la discoteca.
La statale. Eccola.
Ma cera ancora qualcosa che non andava, non era la prospettiva giusta era troppo
vicina al suo volto. Già, il suo volto... lo sentiva umido, sporco.
Si guardò intorno per quanto gli fosse possibile e si accorse che era ferito e grondava
sangue sullasfalto alimentando diverse piccole pozze.
Ora tutto cominciava ad essere chiaro mentre la livida luce dei lampioni illuminava
debolmente la scena.
Vide la sua macchina poco distante, oramai più simile ad un foglio accartocciato che ad
un automobile, seguì la scia di rottami fino ad una ruota che giaceva sulle sue gambe
procurandogli un dolore che temeva lo avrebbe portato da un momento allaltro alla
pazzia. Suppose che dovessero essere rotte.
Respirò profondamente per calmarsi, daltronde... era ancora vivo.
Entrambe le carreggiate erano deserte.
Cominciò con fatica a trascinarsi verso il ciglio della strada, gli avambracci
sanguinanti facevano pressione sullasfalto trascinando il suo corpo stremato. Giunto
al ciglio della strada intravide una figura indistinta alcuni metri più avanti: era in
piedi, immobile, come in trance davanti ad un piccolo fuocherello che danzava
affievolendosi lentamente nell'oscurità che lo circondava.
- Ma che fai... sei talmente strafatto da non aver capito un cazzo di quello che è
successo? aiutami - Renato gridò con la poca voce che aveva in corpo mentre si trascinava
verso la sua unica salvezza, sperando che fosse abbastanza in sè da poter chiamare
qualcuno; non poteva ignorarlo... non poteva.
Luomo sembrò non accorgersi di lui finchè la sua mano sanguinante non sfiorò gli
alti stivali in pelle; si voltò, chinò il capo e si accovacciò lentamente sul ferito.
Un largo sorriso gli illuminò il volto quando i loro sguardi si incrociarono.
Fu allora, in quegli occhi senza vita, che Renato vide la sua morte.