Cinzia
adorava le aste e i mercatini di cose antiche. Era una ragazza moderna, dinamica e
studiosa, coni suoi 20 anni. Aveva una vita, ma anche la passione per le antichità.
Un giorno, come di consueto, si recò alla casa dele aste. Non era povera, ma nemmeno
ricca, e quindi non poteva permettersi gli oggetti più costosi, ma trovava spesso cose
accessibili e si divertiva rilanciare i prezzi con gli altri clienti.
Il primo oggetto era un vaso, cinese, a dire del venditore, ma un intenditore avrebbe
capito che era un falso. Il secondo ggetto, invece, attirò particolarmente l'attenzione
di Cinzia. Erano dei guanti, molto eleganti, risalenti al primo '900 inglese.
Fece la prima offerta. Ma molte persone erano interessate a quell'affascinante ed insolito
oggetto, indossato da chissà chi, chissà quando, e chissà dove. Ma lei era stranamente
attirata da quella cosa. Non si sarebbe mai sbilanciata per un simile vezzo, ma senza
sapersi spiegare il perchè, decise di acquistarli ad ogni costo, e alla fine concluse un
prezzo molto alto.
... E UNO,... E DUE... E TRE... AGGIUDICATO ALLA SIGNORINA BIONDA IN QUARTA FILA.
Tornò a casa, portando con sè i suoi nuovo guanti. Da esperta quale era di oggetti
antichi, capì che avevano subito una qualche restaurazione... il tempo doveva averli
consumati parecchio.
La ragazza ripose i suoi guanti in un cassetto, poi decise di farsi un bagno. Riempì la
vasca, ma al momento di immergersi, ebbe una sensazione di repulsione verso l'acqua che
riempiva la vasca. Scioccata, la ragazza, decise di coricarsi.
Durante la notte sognò di essere in un salone, molto, molto elegante, dove c'era gente
che beveva aperitivi e conversava con un sottofondo musicale che sembrava venisse da
un'orchestra...
Si svegliò di soprassalto, e vide un'ombra muoversi nella stanza. Cinzia sbattè gli
occhi, e l'ombra era scomparsa.
***
Convinta di essere un pò esaurita, Cinzia decise di staccare la spina
e di concedersi una vacanza da sola. Non voleva allontanarsi, ma qualcosa dentro di lei la
spinse a prenotare una crociera verso l'America.
I primi giorni furono tranquilli, e la ragazza si rilassò molto, anche se di notte
continuava a vedere in sogno lo strano salone.
Una notte, si trovava sull'oceano Atlantico, e svegliandosi di colpo a causa del solito
sogno, rivide quell'ombra. Provò ancora a sbattere gli occhi, ma stavolta l'ombra non
sparì, ma frugò nel cassetto, dove Cinzia teneva i suoi accessori. E prese i guanti.
Nella penombra della sua cabina, Cinzia vide la figura indossare i guanti. A quel punto le
sfuggì un urlo, e la figura si girò: era una donna, o, almeno, quello che una volta era
stato una donna. Aveva un occhio spento penzolante sulla guancia, mentre l'altro occhio
mancava. Era orribilmente sfigurata, e aveva un colorito tra il grigio e l'azzurro...
Cinzia la vide uscire dalla cabina, e come presa da un impulso, la seguì fino al ponte
deserto. La figura si avvicinò al parapetto. Vedendo che la ragazza la osservava, in un
secondo arrivò davanti a lei.
Cinzia stava per svenire, ma lo spettro parlò, con una voce che sembrava il rumore di una
foglia secca che veniva schiacciata
"QUESTI GUANTI LI HO PERSI IL 14 APRILE 1912. ORA VIENI CON ME"
E così dicendo il fantasma trascinò la ragazza giù dal parapetto nell'acqua gelida.
Negli ultimi istanti prima di morire, Cinzia vide sotto di sè come una minuscola luce
verde, che aveva vagamente la forma di una nave. Il suo ultimo pensiero fu che quella
sarebbe stata la sua tomba, nei resti dello stesso salone che aveva sognato, e che era
sparito tra le le acque con la sua nave, il Titanic, il 14 aprile 1912.