Perché
quella piccola officina avesse una clientela così vasta era un mistero, prima di tutto
per la concorrenza.
Tanto per cominciare, la ‘Revisioni & riparazioni s.r.l.’ aveva sede in un
bugigattolo, ficcato in fondo ad una strada di campagna, disabitata, per giunta. E se
anche fosse stata abitata, neanche i residenti avrebbero saputo ritrovarla.
Eppure c’era un viavai continuo di automobili, sembrava che la metà degli
incidentati dovesse per forza passare di lì. E il viavai era tantopiù strano perché le
auto arrivavano anche ad orari assurdi, e gli automobilisti sembravano furtivi, facevano
di tutto per non essere visti.
Per questo motivo, oltre che per l’invidia, un diretto concorrente aveva anche
sollecitato un intervento della Guardia di Finanza, che però non aveva trovato niente di
strano.
Perciò, un giorno decise di controllare di persona il motivo di quel successo. Prese un
auto ammaccata che gli era stata consegnata dopo un incidente e, in incognito, la portò
dal rivale.
“E vediamo se ha le mani d’oro”
Per prima cosa, notò che nell’officina non c’era nessun
lavorante, solo il gestore, un tipo basso, leggermente strabico e con l’aria svagata,
una specie di tenente Colombo in tuta da meccanico.
Lanciò una breve occhiata alla macchina e chiese
- Cos’è successo?-
- Ho avuto un incidente, credo sia da cambiare il parafango e da ribattere il cofano-
- Sì, questo lo vedo- commentò, fissandolo con insistenza –ed è venuto qui solo
per questo?-
- Beh, certo...-
- Posso chiederle chi le ha fatto il mio nome?-
- Un conoscente. Ora come ora non ricordo il nome- tagliò corto
- Mmm, e non ha altri problemi?-
- Sì, uno- si ricordò che il suo cliente, il vero proprietario della macchina, gliene
aveva fatto cenno –da quando ha fatto l’incidente, la macchina fa un rumorino
strano-
- Ah, capisco, questo lo risolviamo subito. Posso chiedere com’è avvenuto
l’incidente?-
Per fortuna il proprietario dell’auto gliene aveva parlato e non fu costretto a
bluffare
- Ha... ho investito un ciclista che passava col rosso. Purtroppo è morto sul colpo, non
c’è stato niente da fare. Una tragedia...-
- A-ah- commentò l’altro, per niente colpito –vediamo subito. Si sposti da lì,
per favore-
Senza motivo apparente, il meccanico abbassò la saracinesca, accese una luce viola, e
staccò uno strano aggeggio dal muro, una specie di grande aspirapolvere alla cui
estremità c’era un bocchettone a forma di pistola. Inforcò un paio di occhiali
rossi e ne diede un paio anche al ‘cliente’, quindi aprì il cofano
dell’auto, la sistemò ad un metro d’altezza e accese lo strano aggeggio.
Questo emise prima uno sbuffo, poi dalla canna uscì una luce azzurrognola che si espanse
come una melassa all’interno dell’auto.
Passarono alcuni secondi, poi la vettura, sebbene spenta, iniziò a sobbalzare e ad
emettere un rumore lancinante, sempre più forte. Quando fu all’apice, dal cofano
videro uscire la sagoma di un uomo in tenuta da ciclista. Urlava come un ossesso, mentre
il raggio cercava di catturarlo e lo rendeva sempre più piccolo e informe fino a farlo
scomparire. Più defilate, uscirono anche le sagome di due gatti e un coniglio, poi più
nulla.
Il meccanico rialzò la serranda e mise a posto la sua attrezzatura.
- Adesso il rumorino non le darà più fastidio. Le auto trattengono i ricordi e
l’essenza di tutto ciò che vivono, il problema è quando i ricordi non sono
piacevoli- batté la mano sulla spalla del ‘cliente’ esterrefatto –per il
parafango e il lavoro di carrozzeria può passare domani. Paga in contanti o con carta di
credito?-