"Nel corso di seimila anni,
i popoli han creduto che dai morti
un ospite tornasse a visitarli;
Invero è strano, in questa strana storia,
che tutti i "ma" che la ragione oppone
non bastino a scacciare la credenza,
e neghi pure chi la vuol negare."
Byron
Don Paolo
aveva ormai percorso gran parte della strada.
Per le ventitré sarebbe giunto a casa dei Rovito, somministrando l'estrema unzione al
vecchio Samuele.
Un passo dopo l'altro, rimuginava sugli eventi che l'avevano trattenuto così a lungo
presso la canonica, e si ripromise di fare ammenda innanzi a Dio per essere nuovamente
ricaduto nella tentazione del giuoco.
"Che non accada mai più!" si rimproverò a denti stretti, mentre la falcata si
faceva più ampia ed il respiro sempre più affannato. "Quando sarò di ritorno,
brucerò le carte nel caminetto, e non oserò che il mio ministero sia più disturbato da
simili, scellerate, passioni!".
Si tirò uno schiaffo sulla guancia, sbuffando per il nervosismo e la fatica, e
s'incamminò verso la leggera salita che, dopo il ponte di pietra, segnava l'inizio della
proprietà del suo assistito.
Era impegnato ad affrontare quell'ultimo tratto, che già i suoi occhi colsero il bagliore
sprigionato dalle finestre della modesta casa. Ma un lento movimento, in fondo al
sentiero, attrasse repentinamente la sua attenzione. Un riflesso di luna, una nebbia
indistinta, dal principio... poi una sagoma umana che si avvicinava, indiscutibilmente,
verso di lui. Ebbe un sussulto per lo spavento, e si arrestò di colpo, interdetto.
"Che si possa trattare di qualcuno dei Rovito che, avendomi scorto, mi viene
incontro?" pensò, tra sé, il ministro di culto, i piedi ancora inchiodati al
pietrisco della polverosa salita.
Ma questo pensiero, da principio rassicurante, fu destinato ad una rapida quanto terribile
disillusione. Poiché, a neanche un metro di distanza, egli si vide fissare da una figura
terribile... un vecchio, che aveva la pelle del volto plumbea e tirata sulle ossa: le
labbra, contratte in una smorfia di sofferenza indescrivibile, erano sottili ed esangui
mentre la bocca, semiaperta, era priva di denti. Un sudario avvolgeva la sua scheletrica
figura, ed una larga benda gli passava intorno al mento, terminando con uno stretto nodo
sulla sommità della testa.
Don Paolo sentì il sangue mancargli in tutto il corpo, ed urlò dal terrore. Quell'ombra
orrenda, che gli sbarrava il passo, era prossima alla sua persona! Indietreggiò
incespicando, scivolando sulle pietre, sempre più incerto ed instabile nelle gambe. Si
sbracciò come un pazzo, gridando e piangendo, cercando un riparo... mentre quella cosa
sembrava avesse l'intenzione di ghermirlo e gli era, ormai, addosso!
Ma non vi fu impatto, né scontro fisico, poiché ora, il sudario e le bende sembravano
essere meno visibili rispetto a prima, fondendosi in un tutt'uno con le tenebre. Un'acuta
sensazione di freddo intorpidì allora le membra del prete, ed un attimo dopo la vista gli
si offuscò, e le forze lo abbandonarono, lasciandolo svenuto sulla strada.
***
All'una di notte, Don Paolo, stravolto in viso e bianco come un
lenzuolo, fece il suo ingresso a casa Rovito. La vecchia Mara mormorò qualcosa, ma il
religioso si sentiva così debole che gli fischiavano le orecchie. Si trascinò
meccanicamente verso il letto di morte del vecchio Samuele, e, tra lo stupore dei pochi
presenti che ne vegliavano la salma, sturò la boccetta dell'Olio Santo e la svuotò
freneticamente, tutta d'un colpo, sulla fronte del morto!
"Ego te absolvo... in Nomine... Patriis, Filiis et Spiritus Sanctus..."
mormorò, con una voce roca ed affaticata... poi, sentendosi prossimo al collasso, egli
s'inginocchiò pesantemente a terra, con un lamento doloroso. Qualcuno gli venne in
soccorso urlando, ma gli occhi di Don Paolo erano già vitrei e rivolti verso ben altri
orizzonti. Ebbe solo il tempo di esclamare, quasi in un soffio, in un ultimo anelito di
coscienza:
"A Samuè... mortacci tua!"
E giacque immobile.