Il signor Robertson si accarezza i baffetti, sulle labbra un sorriso appena accennato.
"Voglio farti una domanda, Bubba," dice finalmente, "in questi anni sono stato un buon padrone per te?"
Bubba pensa alle percosse, al lavoro massacrante nei campi di cotone, alla brodaglia che farebbe schifo anche ai maiali.
"Zì, badrone," risponde col suo vocione profondo.
Il signor Robertson continua a sorridere. I suoi tirapiedi, sparpagliati nel cortile, masticano tabacco e sghignazzano apertamente, pregustando l'epilogo di quella messinscena.
"Allora, visto che ti ho sempre trattato bene," dice Robertson, "vuoi spiegarmi perché tieni comizi sediziosi nella mia piantagione?"
Un fremito della mascella quasi lo tradisce. "Bubba non gapisce, badrone."
"Bubba non gapisce. Bubba non gapisce." Robertson lo canzona, la voce stridula che tenta invano di sembrare roca. "Bubba è solo uno stupido negro ignorante, vero?"
"Zì, badrone."
Il signor Robertson alza una mano, come volesse chiedere l'elemosina. Philip, lo scagnozzo appoggiato all'abbeveratoio, si alza e gli consegna un frustino di cuoio.
Anche se il buio non può cancellare il dolore, Bubba chiude gli occhi. È la sua unica difesa contro quello che sta per succedere.
La prima scudisciata gli fa esplodere il labbro superiore.
La seconda, dritta sull'orecchio, lo fa cadere in ginocchio.
La terza, la quarta, la quinta sono onde di sofferenza che si accavallano. Una schiuma acida gli gorgoglia in gola. Bubba perde il conto. Si raggomitola, le mani a coprire il volto, e aspetta che la pioggia di colpi abbia fine.
"Te la do io la libertà! Te la do io la causa nordista!" sbraita il signor Robertson. Bubba sente i suoi schizzi di saliva sulle guance.
Poi, di colpo, Robertson tace. Le frustate cessano.
Bubba apre un occhio, circospetto.
Il signor Robertson ha lasciato cadere il frustino. Con la mano sinistra si artiglia la camicia all'altezza del petto. Il suo volto magro è rigato di sudore.
"Si sente bene, signore?" chiede Philip.
"No," dice Robertson, ma il suo è poco più di un gemito, e crolla di faccia nella polvere.
Mentre i negrieri corrono in aiuto del loro capo, Bubba pensa che le preghiere della sua gente alla fine sono state ascoltate. E ride nonostante la bocca squarciata.