Manuel era
davvero eccitato, dopo anni e anni di attesa finalmente il suo sogno stava per
realizzarsi.
Quando la madre gli aveva telefonato la sera prima, per avvisarlo della piacevole notizia,
non aveva creduto subito alla donna, immaginando che stesse burlandosi di lui ma poi
finalmente si era reso conto che era vero, era tutto vero...
La notte non aveva chiuso occhio, immagini della sua infanzia continuavano a proiettarsi
nella sua mente come la vecchia pellicola di una film, a tratti chiara e comprensibile ed
a tratti consumata dal lento trascorrere del tempo...
Si era girato e rigirato nel letto senza riuscire a trovare un sollievo alla forte
agitazione che si era impossessata di lui, gli sembrava di essere tornato ai tempi
delluniversità, quando trascorreva la notte prima degli esami praticamente in
bianco, ripetendo continuamente quanto studiato fino a qualche ora prima.
Finalmente aveva fatto giorno e Manuel si era preparato in tutta fretta per andare in
ufficio e trascorrervi la giornata, dibattendosi tra le sue scartoffie come al solito, in
attesa del grande incontro previsto per la sera. Non stava più nella pelle al pensiero
che nel giro di poche ore le sue fantasie avrebbero assunto il carattere della realtà, i
suoi ricordi avrebbero perso lalone sbiadito di cui facevano mostra e avrebbero
preso unimmagine tangibile, concreta.
Più di una volta nel corso della giornata si era dimostrato distratto, assente, tanto che
i colleghi visibilmente preoccupati, si erano subito allarmati da questo suo fare
insolito, ma lui prontamente li aveva rassicurati, era tutto a posto.
Finalmente fu sera, e terminato lorario di lavoro, Manuel si affrettò a raggiungere
la sua automobile, parcheggiata nel retro della palazzina dove aveva sede il suo ufficio.
Uscito dallelegante portone svoltò a destra, e dopo pochi passi poté già vedere
la sua scintillante Jaguar. La raggiunse ben presto e dopo qualche secondo nellaria
circostante si diffuse il rombo del suo potente motore.
La strada era scorrevole, del resto si trattava di una zona piuttosto isolata alla
periferia della città. Manuel schiacciò il pedale dellacceleratore, troppa fretta
aveva di raggiungere la casa di sua madre, di realizzare il suo sogno, di mettere a tacere
i tormenti che da tanto tempo angosciavano le sue notti...
Distratto dai propri pensieri e ormai ad una velocità eccessiva, di gran lunga superiore
a quella consentita, Manuel si accorse di unauto ferma sul ciglio della carreggiata,
probabilmente in panne, e di un uomo che attraversava la strada, troppo tardi ormai per
poterlo evitare, fu un attimo e lo sconosciuto andò a schiantarsi sul parabrezza della
Jaguar. Limpatto fu violentissimo ed il vetro si spaccò in più punti pur
continuando a reggersi nella sua posizione naturale, luomo rotolò sul tetto della
macchina per poi schiantarsi al suolo pochi metri più indietro. Macchie di sangue
facevano mostra di sè sul vetro in frantumi.
Manuel scese terrorizzato dallauto, si guardò in giro spaurito, per sincerarsi se
qualcuno avesse assistito alla scena, ma tutto appariva tranquillo, il silenzio era rotto
solo dallo sporadico cinguettio di qualche uccellino.
Sconvolto, e in preda al panico, si avvicinò alluomo che giaceva a terra in una
pozza di sangue, unocchiata fugace gli bastò per comprendere che non cera
più nulla da fare.
Cazzo cosa ho combinato!
Batté i pugni sul cofano della macchina per scaricare la rabbia e la tensione che ormai
lo padroneggiavano, cominciò a tremare impaurito, portandosi le mani al volto, disperato.
Esitò qualche secondo, prima di decidere cosa fare, ma ben presto la paura prese il
sopravvento e capì di non avere altra scelta: doveva fuggire.
Diede una rapida occhiata alla macchina, era davvero malridotta, ma fu il sangue che
andava seccandosi sul vetro ad attirare maggiormente la sua attenzione.
Devo farlo sparire pensò tra sè.
Riacquistata la sua freddezza si diresse con determinazione verso il cofano della
macchina, in cerca di qualche straccio e di un po dacqua.
Fu fortunato, trovò qualche bottiglia piena che portava sempre con sè nel caso il
radiatore dellauto lo avesse richiesto, sorrise e si compiacque della sua eccessiva
prudenza che ora gli tornava davvero utile.
Pulì alla meglio il vetro, sperando che potesse bastare per il momento, successivamente
avrebbe provveduto a riparare lauto e a cancellare ogni traccia...
Rapidamente risalì in macchina e ripartì a tutta birra deciso a lasciarsi alle spalle
quella terribile tragedia.
Non è possibile continuava a ripetersi, Non è possibile, proprio ora
che le cose stavano andando meglio... Ormai quelluomo era spacciato. Cosa avrei
potuto fare?
Nessuno saprà mai la verità, nessuno ha visto, cercava di convincersi,
devo stare calmo e dimenticare, dimenticare...
Appena giunto al suo garage si preoccupò di coprire la Jaguar con un telo, avrebbe
aspettato che si sarebbero calmate le acque prima di portarla dal carrozziere, doveva
essere prudente.
Diede unocchiata divertita alla vecchia utilitaria parcheggiata qualche metro più
avanti.
Chi avrebbe immaginato che questo vecchio macinino mi sarebbe tornato utile
pensò tra sè.
Lavevo tenuta solo per un vincolo affettivo e invece, mi toccherà
riutilizzarla per qualche giorno, il tempo necessario...
Giunto in casa, si infilò sotto la doccia, cercando di lavare via ogni traccia di quella
terribile giornata, ma il ricordo di quelluomo, del suo corpo straziato, continuava
ad ossessionarlo.
Basta! Devo dimenticare si impose con determinazione.
Tra pochi minuti accadrà quello che ho desiderato per tutta una vita, non posso
sciupare questo momento, non posso...
Si vestì con cura e una volta pronto uscì di casa dirigendosi verso lauto,
apparentemente tranquillo, determinato a cancellare dalla memoria le ultime ore trascorse.
In pochi minuti raggiunse la zona residenziale della città. Graziose villette si
stendevano ai lati della strada, Manuel si fermò in prossimità di una di esse, una
graziosa palazzina a due piani con un rigoglioso e ben curato giardino antistante.
In pochi minuti fu davanti alla porta, le mani sudate per la forte agitazione. Il momento
tanto atteso era finalmente arrivato, dopo qualche secondo di esitazione si decise infine
a suonare.
Alla porta apparve ben presto unanziana signora, il volto nonostante fosse segnato
dalle rughe, lasciava comunque intuire che molto bella doveva essere stata in gioventù.
Aveva unespressione grave, avvilita, certamente non manifestava la gioia che Manuel
si sarebbe aspettata.
Entra pure figlio mio, devo parlarti...
Cos'è successo mamma, perché hai quellaria così triste? E saltato
lappuntamento?
Manuel, è accaduta una cosa terribile, devi essere forte...
Cosa Mamma? urlò il ragazzo afferrando la madre per le braccia e scuotendo la
sua fragile figura.
Ho appena ricevuto la terribile notizia, tuo padre... tuo padre è morto.
No! urlò il ragazzo trafitto da un improvviso dolore.
Non può essere vero, proprio ora che potevamo rincontrarci dopo anni e anni di
lontananza, no mamma dimmi che non è vero...
Cominciò a piangere, il volto tra le mani, il corpo scosso dai singhiozzi...
E stato un incidente, proseguì la donna, a quanto pare è stato
investito da un pirata della strada che non si è dato nemmeno la pena di soccorrerlo. A
detta dei medici che ne hanno valutato il decesso, forse avrebbe potuto salvarsi se fosse
stato soccorso in tempo...
La voce della donna ormai gli giungeva in lontananza, ovattata dalla confusione e dallo
smarrimento che ormai gli annebbiavano i sensi.
In un attimo gli passarono nella mente le immagini dellincidente, delluomo che
volava sul parabrezza per poi accasciarsi al suolo morente. Quelluomo era suo padre,
quel padre che aveva desiderato di conoscere in anni e anni di solitudine, che avrebbe
voluto avere al suo fianco nei traguardi più importanti della sua vita, quel padre che
tanto a lungo gli era stato negato, e che ora gli veniva strappato definitivamente per il
compiersi di un beffardo destino.
Dimenticare... ripeté tra sè Manuel come avrebbe potuto
dimenticare...