Notte
fonda.
Nella stanza ci sono solo due fonti di luce, la piccola spia che segnala la posizione
dello spigolo e gli occhi stranamente luminosi del gatto intento ad ascoltare il buio.
A Jimmy scappa forte, un istinto primario che urla dal basso della sua vescica, ma non osa
muoversi. Sa che cè qualcosa che abita sotto i letti, quelli come il suo, con tutto
quello spazio vuoto senza cassetti, dove i gomitoli di polvere si accumulano e le
pantofole scompaiono per farsi ritrovare due stanze più in là, senza che nessuno ricordi
come ci sono finite.
Lui lo ha sempre saputo.
Nonostante questo, a undici anni suonati il babbo non ne ha voluto sapere di lasciargli la
luce accesa di notte.
Te ne devi fare una ragione Jim, i mostri esistono solo nella tua fantasia.
Alla luce del giorno, con il profumo delle bistecche alla griglia, era parso tutto molto
ragionevole, ma ora...
Jimmy guarda speranzoso Achille, i gatti, si sa, hanno una percezione particolare per
queste cose.
Achille sostiene il suo sguardo con occhi luminosi, si lecca meticolosamente una zampina e
ritorna a sonnecchiare.
Decisamente rassicurante.
Jimmy non ce la fa più e con uno scatto si libera delle coperte, salta dal letto e corre
verso il bagno.
Dieci minuti dopo è di ritorno, decisamente più leggero.
Fa una carezza al gatto che lo osserva con i suoi occhi luminosi.
E quando sta per risalire sul letto che lo sente, un rumore flebile, un grattare di
metallo sul legno.
Passano pochi decimi da quel suono alla caduta. Qualcosa gli ha afferrato le caviglie e lo
trascina in un lampo sotto al letto.
Achille smette di leccarsi le zampe e si rimette seduto in attesa.
Da sotto il letto emerge una mano mostruosa, sproporzionata. Nei lunghi artigli tiene un
pezzetto di fegato, dopotutto un patto e sempre un patto...