Un brivido
lo percorse lungo tutta la consapevolezza di sé e si alzò di scatto stringendo le mani
sullelsa fredda dello spadone. Intorno era tutto silenzio e anche i suoi passi
risuonavano cupi sul terreno secco, echeggiando molli nellaria.
Si guardò intorno, ma la notte era troppo buia, il silenzio troppo profondo.
Poi, dimprovviso, lo schianto fragoroso della battaglia e decine di figure
demoniache che roteavano tutte intorno, brandendo armi e urlando rabbia guerriera. Ruotò
su se stesso, nellinutile tentativo di non dare le spalle a nessun avversario, ma
era soverchiato, e più nemici abbatteva, più ne comparivano, in quell'oscurità
tartarea, minacciosa. Sentì mille lame trafiggerlo, ma il dolore rimaneva sul fondo della
sua coscienza, come se fosse di un altro essere umano, o di un altro tempo.
Urlò tutto il suo disprezzo, macchiato dalla disperazione che precede la sconfitta e la
morte, ma non udì la sua voce che si perse nei meandri di uneffimera esistenza.
Si sentì dilaniato dalle armi avversarie. Un attimo dopo i rumori trasparenti della
battaglia, così come erano giunti, svanirono, lasciandolo di nuovo solo col suo silenzio,
in piedi tra il buio e lincoscienza del suo non esistere.
Si voltò e cercò i resti di sé, mentre già si sentiva svanire nel nulla del quale era
parte. Il suo corpo giaceva pochi metri più in là, col volto rigato di sangue, in
unespressione di incredula consapevolezza.
Tremò e cominciò a svanire, già dimentico di se stesso, inconsapevole protagonista di
un nulla vagamente vissuto, improbabile pensiero di un guerriero caduto in battaglia.
Allimprovviso, fu di nuovo e solo silenzio.