Sei una
stupida, sorellina. Come ogni volta che usi i tuoi trucchi per vincere a un gioco.
Ma questa volta non mi lascio ingannare, non cambierai le regole in corsa come sempre.
Stavolta vinco io!
Anche ieri mi hai fregato: giocavamo a cowboy e indiani, ricordi?
Io ero il cowboy che con il suo fucile uccideva la figlia del capo, e lo stavo per fare
quando per cambiare il gioco a tuo piacimento ti sei inventata la buca con il fuoco dove
il cowboy cadeva ed arrostiva prima di riuscire a colpirti.
Oggi hai voluto giocare a rapitore e rapita: abbiamo chiesto il riscatto, ma i tuoi
genitori non hanno voluto pagare; forse non ti vogliono più e preferiscono che tu non
torni a casa.
Avevamo deciso che se il riscatto non viene pagato la rapita deve essere uccisa, ma ora
vedo che vuoi cambiare di nuovo; forse vuoi che arrivi a sorpresa un poliziotto che ha
capito tutto, che magari uccida il rapitore prima di liberarti, ma ho deciso che non sarà
così.
Non ci sarà nessun poliziotto, nessun colpo di scena, il gioco finirà come avevamo
stabilito prima di iniziarlo.
Mi fai sempre fare la parte del cattivo, tu invece fai sempre leroina buona; ma
questo rapitore non è cattivo, fa solo la parte che gli abbiamo assegnato noi, ed una
volta tanto dovresti farlo anche tu.
E non sforzarti a propormi qualche altra soluzione, tanto non riesco a capire quello che
stai dicendo: non riesci a esprimerti tanto bene con la testa sotto al cuscino.
Ecco, vedo che forse stai finalmente al gioco: è così che devi agitarti e lottare per
liberarti del tuo aggressore, ma non graffiarmi davvero altrimenti non è più un gioco.
Quando decidi di arrenderti fermati così possiamo festeggiare la mia prima vittoria.
Di già? Ti arrendi così presto? Non sai proprio perdere allora!
E va bene, il gioco finisce qua: nessun riscatto e la ragazza rapita viene soffocata.
Adesso devo rientrare al lavoro, ci pensi tu a riordinare?
Ehi sorellina, non fare loffesa! Perché non mi rispondi?