La Morte si
guardò intorno esterrefatta contemplando il panorama di distruzione che la circondava.
Rigagnoli di sangue spuntavano dai mucchi di cadaveri dilaniati da qualcosa... qualcosa
che Lei non aveva scatenato. Si riunivano poi in un unico fiumiciattolo per andarsi a
gettare nelle bocchette delle fogne intasate da materia cerebrale. Maschere ghignanti
rivolte verso la luna erano state immortalate in un ultimo sorriso. Fili della luce
tranciati di netto e finiti su corpi che avevano completamente carbonizzato. Un odore acre
di carne bruciata riempiva le strade deserte, l'odore della Morte eppure non era stata Lei
a volere una simile carneficina... di questo ne era certa.
Chi poteva aver compiuto un tale scempio?
La Morte avanzò verso il punto in cui sentiva che avrebbe trovato il responsabile e
allora avrebbe preteso da lui delle spiegazioni. Chi era, chi lo aveva mandato e
soprattutto chi gli aveva dato il diritto di scavalcarla.
E poi lo vide. Lì, fermo al centro della piazza, le ali insanguinate.
L'angelo della morte, l'ultimo ritrovato bellico della tecnologia robotica, alto poco più
di due metri e dotato di ali di lamine affilate che squarciavano le carni senza lasciare
via di scampo. Se ne stava lì sotto la luce innaturale dei lampioni in attesa di ricevere
nuovi ordini, mentre il sangue si rapprendeva sul freddo metallo.
La Morte lo fissò e poi se ne andò. Aveva la sua risposta. L'Uomo l'aveva mandato.
L'Uomo gli aveva detto di porsi al di sopra della Morte. Lui si era limitato ad obbedire.
Annarita Petrino è nata nel 1977 a Giulianova (in provincia di Teramo Abruzzo) sulla costa Adriatica. Laureata in Lingue e Letterature Straniere (Università degli studi G. DAnnunzio di Pescara), lavora in una scuola materna. Scrive racconti di fantascienza da qualche anno, che hanno visto la luce su diverse riviste on-line, quali Intercom, Future Shock, Nigra la Tebra, Continuum. Sito personale: www.mooncity.it