La pelle
strappata dal cadavere gli aderiva perfettamente ai polpastrelli. Agonizzante e prossimo
alla morte per dissanguamento, la vittima numero due giaceva supina sul parquet, con la
bocca aperta in una silenziosa richiesta di aiuto. Nessuno lo avrebbe cercato: questa
certezza lo rendeva euforico. Avrebbero dato la colpa alluomo le cui impronte
digitali erano state lasciate ovunque in quella stanza, dalle sue stesse mani avide di
morte e paura. Li chiamavano mostri, ma si sbagliavano di grosso. I mostri erano gli
altri: quelli che al mattino si svegliavano alle sette e trenta, per essere poi al lavoro
unora dopo, con il loro dopobarba comprato al supermercato e la moglie a casa tra le
lenzuola insieme al lattaio. Erano quelli con il lavoro, la famiglia, pochi hobby e magari
un'amante. Che sbattevano nella pausa pranzo sulla scrivania del capo
per vedere
comè. Per provare una banale, scarna emozione che chiamano ebbrezza. Ma quella
ebbrezza scivola via in fretta, senza lasciare traccia di sé, senza scolpire il momento
che ha pervaso. Invisibile e sfumata: viaggia come brezza sullonda della giornata
che fugge, per dissiparsi poi ai margini della memoria.
Quella era emozione. Al di là di ciò che un uomo normale può pensare, quasi un orgasmo
della coscienza. Alla stregua di un sogno troppo grande nel quale si perde la speranza
persino di sperare.
Il rappresentante di aspirapolvere aveva esaurito i respiri. Sussultava blandamente
lanciando schizzi di sangue arterioso contro le tende ecrù. Si sfilò le
impronte digitali dalle dita ora sporche di sangue e marciume. Rise come non sa ridere di
gusto colui che mostro non è. Avrebbero dato la colpa a lui di quel massacro.
Alluomo sotterrato nel suo giardino, con le dita scorticate a fornire due comodi
guanti di pelle umana. Mostro, ci si sentiva come ci si sente nella propria casa, dentro
quellabito di definizione sulla bocca del cronista di turno.
Questa sera il cadavere di un rappresentante è stato rinvenuto nella sua abitazione. Colpito a morte da unarma da taglio è stato lasciato morire dissanguato sul pavimento del salotto. Gli inquirenti sostengono si tratti di un atto passionale: sono infatti già alla ricerca di un uomo le cui impronte sono state rinvenute sullarma del delitto. Per il momento lindagato risulta latitante.
I polpastrelli cominciavano a marcire. Avrebbe presto dovuto procurasene altri.