-Vede signor V, la sua presenza qui, per il solo fatto che abbia
accettato di invitarla, esclude ogni dubbio sull'ambiguita' del mio annuncio.-
-Certo signor D lo esclude.Tuttavia mi permetta, data la delicatezza del caso, di
accertare nel modo piu' assoluto che lei sia la persona adatta...-
-Ora mi sta offendendo signor V...-
-.. no!.. non era mia intenzione...-
-Mi segua signor V..-
Tiro' un profondo sospiro e si alzo' dalla sedia lentamente seguito all'istante dal suo
interlocutore, che ora sembrava piuttosto imbarazzato.
Percorsero un corridoio buio giungendo davanti ad una parete. Il signor D armeggio' per un
po' con la tappezzeria quasi come dovesse strapparla.
-Ecco.. si accomodi...- La parete nascondeva un ingresso con una rampa di scale in salita.
Il signor V percepi' subito la differenza di temperatura.
Rabbrividi' e si strinse un poco nelle spalle. In cima alle scale un'altra porta, un'altra
stanza. V si accorse subito d'essere in una cella frigorifero.
Guardo' estasiato cio' che lo circondava, il volto si fece beato come colui che osserva
per la prima volta una meraviglia attesa da anni.
-Bene... signor D...- disse con un filo di voce.- Mi perdoni ancora... se ho dubitato...-
-Le confessero' che anche io dubitavo di lei fino a questo momento...-
-Ma l'espressione sul suo viso e' piu' sincera di qualsiasi parola... signor V.-
-Allora prosegua signor D, come scritto sull'annuncio...-
Poteva capire a malapena l'estasi delle sue vittime.
Vittime? Ma quali vittime. Erano loro che lo cercavano. Erano loro che chiedevano.
Vedeva i loro volti diventare bianchi e le orbite ruotare lentamente all'insu' verso la
fine del dissanguamento.
Percepiva il loro piacere quasi con invidia.
Si'... quella non era carne qualsiasi. Usava sempre la massima delicatezza nel tagliare i
quarti.
Disarticolava con la massima cura recidendo i tendini nelle inserzioni come puo' fare un
chirurgo.
Chi meglio di lui poteva capire queste persone?
Una corte giudicante?
E di quali delitti lo si accusava?
Non avrebbe mai avuto il coraggio di farsi firmare delle dichiarazioni, dei consensi
scritti.
Non era un venditore ambulante, non avrebbe mai tradito i suoi ospiti tentando di rifilare
contratti od assicurazioni.
I suoi ospiti venivano mangiati con cura, come loro stessi chiedevano, un po' per volta
ogni giorno.
Era soprattutto il rispetto che gli faceva affondare i denti nella loro carne.
Questo racconto e' liberamente tratto da una storia vera.