Gran parte
del pomeriggio è trascorso velocemente. La giornata di Henry è stato piena d'impegni sin
da prima mattina. E' rimasto due ore in ospedale a sincerarsi delle condizioni di John.
Pensa al discorso avuto con il professore McArthur e della sua proposta del viaggio a
New York. Ha passato quasi tutta la giornata a muoversi e per questo che prima d'andare al
galà universitario, vuole riposarsi un po', dopo di che preparerà l'attrezzatura, si
laverà ed infine andrà all'università.
Che bella Rosa, anche se girata di spalle è riconoscibile dalla sua silhouette snella.
Vestita con un lungo vestito bianco guarda intensamente una figura più piccola ferma a
qualche metro davanti a sè.
Si trovano in un corridoio lungo e famigliare. Uno di quei corridoi d'albergo o di
grattacieli pieni di uffici, non è molto chiaro. La figura femminile è immobile, ha
i capelli lisci e luminosi, è la più bella donna del mondo.
L'immagine si restringe sempre di più su Rosa, il corridoio sembra allungarsi a
dismisura. E' una deformazione spaziale indescrivibile. La voce di Rosa sussurra una
cantilena dolce e confortante. Man mano che ci si avvicina alla ragazza il suono della
voce diventa sempre più forte e perde della sua dolcezza, diventando sempre più un
triste lamento di sofferenza. Una mano si appoggia sulla spalla di Rosa. La figura
cantante si gira lentamente accompagnato dal canto triste. Il suo movimento lento lascia
intravedere l'altra presenza più piccola seduta sul pavimento. Terrore e sgomento!!!
E'
la figura quasi irriconoscibile di un neonato. Il suo viso è sanguinante e tumefatto, il
suo corpo è riempito di bruciature, lividi e ferite impressionanti. Con un cenno di
repulsione, la mano che risulta essere quella di Henry respinge la silhouette con il
vestito bianco. Stupito e terrorizzato dispone le mani sul viso come se volesse
gridare ma, non ci riuscisse.
Per cercare una spiegazione a questo orrore volge lo sguardo verso Rosa che nel frattempo
si è girata. Altrettanto terrificante, gli occhi di Rosa sono chiusi ma, da essi escono
piccoli ruscelli. Due linee porpore. Lacrime di sangue che fanno sembrare quel viso una
maschera bianca di cera. Un Pierrot macabro. La bocca rossa di lei, semiaperta canta
ancora quella ninna nanna che ora sembra una canzone di morte. Cosa succede? Cosa
significa questo orrore? Di colpo le luci del corridoio si spengono. Henry non vede più
niente, il canto lamentoso di prima lascia spazio alla calma assoluta. Henry si sente
sollevato perché non ha più l'orrore di quella visione davanti a sè; il suo respiro si
sente per tutto l'ambiente. Ha paura di perdere l'equilibrio, a parte il suolo non ha
punti di riferimento che lo aiutano ad orientarsi. Passano alcuni secondi quando
improvvisamente sente qualcosa afferrargli la caviglia destra. Sembra una mano; l'altra
caviglia è presa. Poi altre mani prendono le braccia, la schiena, il collo. E' stretto da
centinaia di mani ma non vede nessun viso. Ora le voci che si lamentano sono diventate
dieci, cento o forse mille. E' diventato un frastuono terribile e angoscioso.
Con un sobbalzo tempestivo, Henry si sveglia. Si tocca tutte le parti del corpo per vedere
se è ancora tutto intero.
- Era solo un incubo.- Sussura rassicurato.
- Ho avuto una paura, era troppo reale. Cosa mi sta succedendo? Rosa mi sta tormentando
oggi.-
- Erano anni che non facevo un incubo così spaventoso, da quando ho sognato i miei
genitori morti.-
Dopo essersi ripreso dall'incubo, si alza, beve un succo di frutta. Prepara l'attrezzatura
necessaria per fare le foto. Non ha tempo di fare la doccia. Quel sonnellino gli ha fatto
perdere troppo tempo. Ora ha la certezza di voler andare a New York per cercare qualche
indizio che l'aiuti a ritrovare Rosa.
In tarda serata incontrerà Susan che non vede da molte settimane e potrà proporle il
progetto del professore McArthur. Henry è pronto, l'attrezzatura anche. Ha controllato la
segreteria telefonica e stranamente non ci sono messaggi vocali.
- La domenica tutti riposano aspettando che inizi la nuova settimana lavorativa, solo io
devo lavorare anche oggi.-
Con questo pensiero Henry chiude a chiave la porta di casa e si dirige verso l'università
dove l'aspetta una noiosa serata di lavoro. Non si rende conto che la sua camicia è
macchiato di sangue, due lacrime di sangue che scivolano lungo la schiena...