E' un
giorno dinverno come tanti...
Apro gli occhi, guardo fuori dalla finestra e vedo... nulla... assolutamente nulla di
diverso rispetto al solito, il cimitero che dorme sullo sfondo, la campagna che dalla
nebbia è avvolta in uno strano silenzio, le solite macchine che passano solitarie
sullasfalto, il gorgheggio rassicurante del Villoresi... e nulla più.
Mi giro e camminando lentamente, scendo le scale per andare in cucina, nellaria cè qualcosa di strano... mmm... si sente come un soave odore di muschio; per un tratto mi sento come avvolto in una leggera coltre di nebbia che leggiadramente mi accompagna fino in fondo alle scale... improvvisamente sento come se una mano prendesse la mia trascinandomi gentilmente ma con la giusta sicurezza... le scale non finiscono... scendo... scendo, fa freddo, il respiro si fa affannoso, la vista si affievolisce... tu-tum... tu-tum... tu-tum... nulla non sento nulla se non il battito di un cuore, forse è il mio... è buio... non si vede nulla... Sento un lamento che si tramuta in un rantolo infinito... Ho paura. Sono come impietrito, non riesco a proferire verbo... nulla non riesco a fare nulla...
Dun tratto scorgo una figura che uscendo dal buio mi si avvicina
come fluttuando nel nulla e cerca di afferrarmi disperatamente, io cerco di allungare un
braccio ma non riesco è come atrofizzato, cerco di chiamare la figura ma non mi esce
alcun suono...
Penso: è linizio della vita, no è linizio della morte... Che
strano.
Ora vedo una figura che mi si avvicina, piccola, indifesa... la vedo, sì, è un feto...
ma io lho già visto... mi punta il dito e mi sussurra nellorecchio con un
sospiro gelido: Papà
Il sangue mi si congela nelle vene. Perdo i sensi.
Mi sveglio di soprassalto, sono in fondo alle scale supino, pallido, sudato, stordito con
qualcosa tra le mani... un certificato con la mia firma e quella di mia moglie... con
scritto al centro:
ORE 15.00 ABORTO
Dopo silenzio e nulla più.