Caro Babbo
Natale,
come tutti gli anni ti ho lasciato i biscotti, quelli buoni, sul tavolo. Se hai anche
sete, lo sai che sono un bambino previdente, ti ho messo lì vicino anche un po' di latte.
Se vuoi ci puoi intingere i biscotti, io lo facevo tutte le mattine, quando la mamma e il
papà erano ancora felici.
Caro Babbo Natale,
sono molto arrabbiato con te. E' da un bel po' che sono infuriato, lo sai? Da quando ho
iniziato a chiederti la stessa cosa.
Caro Babbo Natale,
sono molto, molto, molto arrabbiato con te. Non riesco proprio a capire perché tu ti
ostini a non esaudire il mio unico desiderio.
Ora che papà non ci viene più a trovare mi sento ancora più solo. Mamma è sempre
nervosa, piange, grida. A volte solleva il suo cuscino e se lo preme contro il viso e io
ho tanta paura che si voglia soffocare. Dopo poco, però, un rantolo bagnato la costringe
a respirare di nuovo. Mamma.
Caro Babbo Natale,
mi vuoi spiegare perché, ogni notte di Natale, tu ti presenti qui, leggi la mia lettera
Ma perché?
Aggrotti le tue grosse sopracciglia bianche e scuoti la testa? E perché poi lasci
cadere la mia lettera, ti rimetti il sacco in spalla
Da cui non hai tirato fuori niente
E inizi a risalire il camino?
Mamma piange tutte le notti. Allora anche io piango. Nascosto in soffitta. Quello è il
mio rifugio. Piango. Silenzioso.
Da lontano, poi, riesco a scorgerlo, tra la neve e le poche macchie verdi.
Alberi infelici scossi dal vento.
Ma la notte di Natale, no, io non piango, scendo dalle scale,
Il legno gelido sotto i miei piedi
Corro in cucina e verso un po' di latte in un bicchiere di vetro, metto un po' di
biscotti in un piattino e li porto in salotto.
E ti aspetto.
Caro Babbo Natale,
forse avrai notato che in casa mia non c'è mai l'albero o il presepe.
E' che mamma non ha più voglia di festeggiare. Per lei tutti i giorni sono uguali. Per me
no, invece. Io so che questa è una notte speciale, lo so, tutte le volte spero che tu
esaudisca finalmente il mio unico desiderio.
Non c'è l'albero. Non c'è il presepe. Ma lo sai no, ci sono sempre io,
raggomitolato sul divano che ti fisso pieno di speranza.
Caro Babbo Natale,
perché ogni volta tu guardi la mia letterina e la lasci cadere ? Perché i tuoi occhi
stanchi si inumidiscono e fissano il vuoto della stanza?
Non mi vedi? Non mi vedi stringere i denti per non piangere, seduto sul divano?
Perché fai così? Mamma e papà mi dicevano sempre, quando mi rimboccavano le coperte:
- Babbo Natale ha proprio tutto nel suo sacco di tela e regala ciò che un bambino
buono gli chiede!
Vuoi forse farmi capire che io sono un bambino cattivo? No, non è vero. Io sono solo
triste. Come la mamma.
Anche lei sarebbe contenta se tu esaudissi il mio desiderio.
Io sono triste.
Lo sai, no, che tutte le sere vado in soffitta e piango, sì che lo sai perché te
l'ho scritto già tante volte.
Lo sai che tutte le sere, mentre piango lo vedo, lo vedo dalla finestra, dai vetri
appannati, lo vedo, vedo il cimitero in cui
Io sono stato sepolto.
Caro Babbo Natale,
te lo chiedo ancora.
Come unico regalo io ti chiedo
Di riportarmi in vita.