"Salve Demone,
vuoi parlarmi
o ancora osservarmi tacendo?
Se tu proferissi parola
potrei dar forma al tuo volto
che traballa nella mia incertezza
che tu stesso coltivi come terra brulla.
Sei bello,
bello come il profumo della notte
in cui conobbi
l'euforia dei tuoi baci.
Credi di uccidermi con il tuo sacro veleno?
Perché divino è il fuoco
che per brevi secondi
divampa dal tuo giaciglio,
abbracciandomi come una madre Musa.
Sei conscio del tuo potere?
Vorrei ucciderti
perché il tuo amore è bestia gelosa,
orribile creatura che accarezzo
e che curo con riguardo.
Sei furbo, Demone maniacale,
perché d'oro son le catene
a cui mi hai legato,
e di zucchero sopraffino
son ghiottamente ricoperte."
Guarda come vive il tuo servo!
In un mondo che rifiuta il mondo,
in un vaso di terracotta
dalle mura trasparenti,
chiuso da mille spine
che bacio ad ogni istante,
e che mi trafiggono
nel momento in cui,
felicemente,
le sfioro con le labbra."
"Sono il tuo cuore...
senza di me non vivi...
e pulso linfa nera
nella tua anima indebolita.
Questo lo sai...
Ti piace, lo so!
E mi rallegra il pensiero
di saperti mia schiava fedele;
e ancor più mi allieta
la tua rabbia assassina,
il fervore intenso dei tuoi occhi
mentre con odio
guardi palpitare
il tuo stesso cuore.
Eppure...
perché provi rancore
per la beatitudine del mio abbraccio?
Se tu solo riuscissi
a dar senso all'astio
che la mia vista ti risveglia,
io sparirei per sempre.
Ma non puoi.
Perché vuoi dar motivo
allo scorrere del sangue?
S'è mai vista persona
desiderosa di vita,
perder tempo sul perché della morte?
Vivere
è accettare ogni sacro destino,
senza rodere il pilastro
che tiene salda l'esistenza.
È orgoglio o paura
il forte vento che soffi verso me?"
"Paura di restar sola,
semplicemente, amaramente...
paura di amare la mia stessa solitudine,
paura di abbandonare
il veleno che mi tiene in vita.
Orgoglio egoista e masochista
verso chi mi offre uno spiraglio
d'indispensabile antidoto.
Perché non riesco ad assaporarne
la fragranza guaritrice?
Perché sento questo orrendo puzzo
di mefitica malattia?
Com'è deprimente
rendersi conto della totale inutilità
di un odio talmente profondo...
e amarlo solo perché esiste.
Le risposte le conosco,
so in che modo agire,
ma non voglio!
Perché andare incontro al destino
se ciò provoca solo dolore?
Chiamerò il destino col suo nome
se sarà lui a venire da me.
Non voglio ucciderti,
mio dolce Demone,
non morirai mai perché
mi è impossibile tradire me stessa.
E neppure voglio seppellirti
sotto finta terra
di un finto cimitero...
Inutile anche solo provarci!
E disprezzo chi ti guarda negli occhi
e dice di volerti uccidere,
perché è impossibile
guardare se stessi negli occhi
urlando la morte.
Perché solo davanti alla finzione
della nostra immagine
riflessa in uno specchio
è possibile esser codardi...
Quando ho deciso di stringerti la mano
ho promesso di sopportare un fardello,
non voglio odiare un dono
per gettarmi in acque melmose
che mi facciano dimenticare il tuo bel volto."