Si guarda
la mano tremolante. Le dita non riescono a stare ferme e le vene pulsano. Scruta il cielo
oltre la minuscola finestra: è nero come sempre, d'altronde è destinato a vedere solo
cieli neri. Guai se vedesse anche solo per un attimo il sole.
Com' è che è iniziata? Non lo ricorda più, sa solo che aveva amato tanto Roseanne.
E allora perché l'aveva uccisa? Una banale lite forse, di quelle che capitavano spesso
tra innamorati. Roseanne aveva minacciato di lasciarlo a causa del suo caratteraccio, gli
diceva che se non fosse cambiato lo avrebbe abbandonato. Antony non ci aveva visto più e
l'aveva uccisa. Non ricorda più come.
Ma quante volte Roseanne lo aveva baciato, aveva sopportato il suo carattere, quante volte
era stata sottomessa e non si era minimamente ribellata? Tutto questo perché nonostante
tutto amava Antony più di sé stessa. E anche lui l'amava, l'amava alla follia, e anche
dopo che era successo quel fattaccio, anche dopo che l'aveva massacrata, non aveva smesso
di amarla. In questa notte buia, mentre guarda alla finestra, si rende conto che il suo
unico desiderio è di rivederla ancora una volta.
Inizia a riaffiorare tutto alla sua mente, come un vecchio album di fotografie oramai
ingiallito dal tempo. Accadde tutto più di ottant'anni prima, era il 1922.
Si rivede soffocare Roseanne con un cuscino, si rivede mentre la polizia lo catturava, si
rivede durante il processo, e la condanna non poteva essere che quella: pena capitale.
Le guardie andarono a prenderlo alla sua cella, portandolo alla sua
fine in silenzio, molto lentamente, affinché la sua paura e la sua tensione aumentassero.
Percorse gli ultimi metri piangendo, e piangeva ancora quando fu fatto sedere sulla sedia
elettrica, gli furono legati i polsi e gli fu messo il cappuccio.
La gente venuta ad assistere all'esecuzione lo insultava con ingiuriose grida di
derisione.
<<Quell'uomo merita di morire due volte, non una, ma due volte!>> gli gridò
una signora in prima fila. <<Che soffra il doppio, il triplo di quanto ha fatto
soffrire quella povera donna!>> disse un altro, e ancora <<Spero che sappia
che all'inferno lo attendono Satana e i suoi diavoli!>> Tutto e questo all'uomo di
nome Antony faceva ancora più male dell'idea della morte stessa.
Gli fu messa la spugna bagnata sulla testa, dopodiché il casco. Le ultime parole che ebbe
modo di dire prima che il suo cervello fosse folgorato dalla scarica elettrica furono
"Roseanne perdonami!"
Più niente.
Aprì gli occhi, lentamente, erano tutti appiccicati. Era disteso sopra
un lettino, si alzò a fatica.
Doveva essere una specie di obitorio.
Si passò una mano sulla testa e scoprì senza sorpresa che era parzialmente bruciata.
Mormorò qualcosa di incomprensibile.
Una risata echeggiò nella stanza, una risata maligna, una voce femminile. Antony si
voltò verso la fonte del suono e vide una splendida ragazza vestita interamente di rosso.
Sugli occhi portava una maschera e un cappuccio le celava i capelli.
<<Chi... chi sei?>> riuscì a mormorare l'uomo. Lei non rispose. Si tolse la
maschera e rivelò due scintillanti occhi azzurri. Con una mano tirò via il cappuccio e
splendidi capelli biondi le ricaddero sulle spalle. Com'era bella!
<<Vuoi vivere per sempre?>> chiese la ragazza. Antony non riuscì a emettere
alcun suono. Era ancora troppo spaesato.
<<Voglio aiutarti>> riprese lei. <<Qual è la cosa che più
desideri?>>
<Tu... tu puoi darmela? Veramente?>>
<<Chiedimi qualsiasi cosa e sarà così.>>
<<Sì! Sì! Voglio vivere per sempre, ti prego, proprio come hai detto tu, voglio
vivere per sempre!>>
La ragazza sorrise.
<<Qual è il prezzo?>> domandò Antony.
<<Oh, nessun prezzo. Ma sei sicuro di ciò che vuoi?>>
<<Sì,tutto pur di sfuggire alla morte. Voglio tornare a vivere, farò tutto quello
che vuoi. Ma... quello che ti chiedo tu non puoi darmelo.>>
La ragazza sorrise ancora. <<La morte sarà sconfitta per te, la morte non sarà
più un mistero, la fine di tutto>> disse la misteriosa figura. Antony non era
sicuro di cogliere perfettamente il senso di quelle parole.
<<Vedrai cieli immensi, scoprirai il progresso, l'evoluzione, nuovi tramonti e nuove
notti stellate e notti buie, per secoli, per l'eternità.>>
Antony vide gli occhi di lei illuminarsi di una luce azzurra mentre parlava.
La ragazza afferrò l'uomo, portò la bocca al suo collo, i suoi denti a contatto con la
sua carne e...
Antony inizia a tremare. Ricordare lo ha fatto stare ancora più male.
Volle accettare l'offerta di quella ragazza misteriosa, ma non è più come allora, come
ottant'anni prima. Adesso per la prima volta è la vita a fargli paura, non la morte, la
vita. Il dover essere presente a tutto, dover camminare su questa terra per sempre, quando
i figli saranno morti, quando la generazione futura sarà già morta, quando i figli dei
figli dei figli saranno cenere lui dovrà essere sempre lì, sempre presente a rimpiangere
di non aver detto di no alla promessa della vita eterna.
Ogni giorno sarebbe stato come morire di nuovo e, la cosa peggiore, risvegliarsi per
scoprire di avere ancora l'eternità davanti, un'eternità di solitudine e malinconia, di
rimorsi e rancori. Il rimorso, soprattutto, l'avrebbe roso in eterno, il rimorso di essere
così spaventato dall'idea della morte da non aver saputo dire di no a quell'offerta, il
rimorso di non essersi saputo controllare e di aver strangolato la sua amata Roseanne.
Roseanne. Tutto quello che vuole è poterle chiedere perdono per ciò che le aveva fatto.
Ma Roseanne era morta, mentre lui invece è... vivo? No, non esattamente, un non morto.
Nosferatu li chiamavano un tempo quelli come lui.
Si passa istintivamente la mano sul collo fino a toccare quei due piccoli puntini rossi.
Nosferatu. Un non morto.
Era nato nel 1889, morto nel 1922 sulla sedia elettrica, e ora siamo nel 2003. 104 anni...
e non ne dimostra più di trenta.
"Roseanne... perdonami. Ti amo ancora..."
Guarda la finestra: il cielo si sta schiarendo e sta sorgendo il sole. Tra poco sarebbe
stato alto nel cielo. Antony rimane lì, in silenzio con il suo dolore. A piangere la sua
amata Roseanne.
Il sole. La sua luce è abbagliante, lo acceca, ma non gli importa di questo.
Sente la pelle che inizia a scottarsi, a seccarsi, a... sollevarsi. Apre la finestra e
sale sul cornicione, guardando dritto il sole. La retina si brucia e resta accecato dalla
forte luce. La pelle, la carne gli si scurisce rapidamente, inizia a sollevarsi in
scaglie, i capelli gli cadono. Il suo corpo comincia a fumare.
Apre la bocca e emette un grido soffocato, si tocca i canini. Uno si spezza.
<<Roseanne, sto tornando da te!!!>>
Si butta dalla finestra mentre il sole assassino sta facendo cenere il suo corpo. Vola per
una decina di metri, continuando a bruciare. Tocca terra, spaccandosi in mille pezzi
mentre il sangue schizza fuori dal suo corpo arroventato.
I resti del suo corpo rimangono lì mentre la luce del sole li consuma.
Antony ha uno strano sorriso sulle labbra. E' contento di averla finalmente fatta finita.
Adesso ha ottenuto la pace ed è desideroso di ritrovare la sua Roseanne.