Ricordo
ancora quel giorno, quel maledetto giorno in cui l'alluvione mi separò per sempre da mia
moglie e da nostro figlio che ancora doveva vedere la luce
Un terribile boato precedette un'ondata d'acqua che stava spazzando via ogni cosa, per
sempre.
Arrivò anche nella nostra piccola casa, quella massa di acqua, fango e detriti che aveva
l'odore della morte, quella massa d'acqua che veniva dal Po, il Grande Fiume che ci
dispensava acqua e il più delle volte anche il cibo
Avanzava inarrestabile con tutta la sua forza senza che noi potessimo far nulla, senza
avere il tempo necessario per metterci in salvo e ci colpì. L'amore della mia vita per
fortuna sapeva nuotare, ma io cercai lo stesso di raggiungerla per trarla in salvo. In
quell'istante un grosso tronco d'albero, spezzato dalla furia delle acque la colpì al
fianco, trascinandola sott'acqua senza ch'io potessi far nulla. La vidi sparire
inghiottita dalle acque, e fu l'ultima volta che la vidi. In un attimo, quello che era un
amico diventò il mio incubo peggiore. Il Grande Fiume me l'aveva portata via per sempre.
Non mi ripresi mai più, e la notte era il periodo peggiore della mia vita. Non dormivo
che per poche ore, più per lo stress che per riposare, perché avevo sempre fissa quella
scena nella mente, e la notte si tramutava in un incubo che sembrava sempre reale.
I lavori per la sistemazione dell'argine cominciarono e mi offrirono un lavoro come
camionista, cosa che avevo sempre fatto nella mia umile vita. Mi diedero un camion nuovo
fiammante, stupendo per la sua imponenza ed il suo color rosso acceso. Le giornate
passavano in fretta, i lavori andavano veloci, ma avevo sempre vivo nel mio cuore il
ricordo di quella ragazza che amavo tanto, e mi prodigavo nel lavoro perché tragedie come
la mia non ne succedessero mai più. Un giorno mi dissero che il sindaco del paese sarebbe
venuto a vedere i lavori e poco più tardi intravidi da lontano la sua macchina nera che
avanzava a stento in mezzo alla terra morsa dalle ruspe e dai nostri camion che si
avvicinava lentamente. Cercai di accostare il più possibile per facilitargli la marcia,
ma la terra cedette ed il mio camion si inclinò su un fianco. Lo sportello si aprì da
solo, sbalzandomi fuori. Il mio urlo di dolore fu udito a distanza, quando il camion di
cui andavo tanto orgoglioso, mi si rovesciò sopra, schiacciandomi. Ma in
quell'interminabile attimo vidi tutta la mia vita passarmi davanti, compresa la scena che
mi causava frequenti incubi notturni, ma pensavo anche che stavo raggiungendo la mia
amata, per l'eternità
A quel punto fui svegliato dalla dottoressa che mi disse: "ho individuato il motivo
delle sue paure inconscie, la chiave è nella sua vita precedente, la curerò". Ma io
non volli. Non dovevo cancellare il ricordo di quella ragazza. Quella ragazza che sto
ancora aspettando di incontrare di nuovo in questa vita...
Copparo (FE). Sono un ragazzo di 28 anni a cui questa vicenda è accaduta realmente, ma ho pensato di tramutarla in un racconto, anche se crudo e pieno di particolari.