La donna
uscì dal bar e Jack la seguì. E mentre percorreva i vicoli bui di quel sudicio quartiere
di periferia, era elettrizzato all'idea di aver finalmente trovato una pelle
dall'incarnato perfetto per rivestire la creatura che giaceva nel suo laboratorio. Per sei
mesi Jack era andato alla ricerca delle parti anatomiche più adatte alla creazione di una
donna perfetta, aveva plasmato quella carne e quelle ossa rendendole adatte al suo scopo,
e adesso con l'aggiunta di quell'ultimo pezzo il suo bizzarro collage sarebbe diventato
una perfetta opera d'arte.
La sua preda intanto era scomparsa all'interno di una porta di metallo, Jack aspettò
circa un minuto e poi entrò a sua volta. Appena varcò la soglia, fu colto da una
sgradevole sensazione ed ebbe voglia di fuggire ma il desiderio di quella pelle perfetta
lo spinse ad andare avanti.
Lentamente percorse tutto il corridoio e l'eco dei suoi passi l'accompagnò sino ad una stretta scalinata, scendendola si ritrovò davanti ad una porta socchiusa; istintivamente infilò la mano nella tasca del cappotto dove teneva il coltello e, come un amante premuroso, lo accarezzò voluttuosamente assaporando il momento in cui l'avrebbe usato. Nell'attimo stesso in cui entrò in quella stanza, la porta si chiuse alle sue spalle con un rumore sordo e la donna si voltò. I suoi occhi ardevano di una folle furia omicida, e quando spalancò la bocca mostrando i suoi lunghi e affilati canini Jack urlò, poi il suo grido si ridusse ad un lamento ed infine al silenzio.
Laureando in psicologia, appassionato di romanzi horror in particolare di Clive Barker, a tempo perso mi dedico alla scrittura e all'attività musicale suonando la chitarra elettrica in un gruppo rock. Adoro la pittura surrealista, i film di Kubrick e le Alfa Romeo.