Mi sto
iniziando a dimenticare tutto. Unaltra volta. Il sangue sparisce sotto il getto
dacqua fredda, mentre sfrego le mani nel lavandino del garage. Non oso alzare lo
sguardo e vedere il mio volto allo specchio. So che non sarei io quello che vedrei.
Ricordo come un lampo, un'immagine fugace dei denti, dei lineamenti contorti. No, non
ricordo più. O forse
sì, i passi veloci sullerba un senso di ferocia
e libertà le fronde che mi sfregano contro il corpo nudo mentre sono a caccia nel
parco. Sento le voci sì, questo lo ricordo ancora, mentre la mia mente comincia di
nuovo a confondersi, e inizio a sentire un freddo strano dentro - le voci di migliaia di
fratelli, perduti chissà dove, chissà quando. Un suono marziale di tamburi.
Ho il gusto metallico del sangue di lei in bocca. Forse vomiterò prima di dimenticarmi
tutto di nuovo. Lei camminava nel parco, spingendo una carrozzina. Poi ricordo appena il
suo volto morto sotto le mie fauci. Ora le zanne stanno sparendo. Cosa, mi chiedo e
perché?
I suoi occhi spenti. Per sempre. La sua gola bianca squarciata.
Le voci attutiscono tutto. Voci di battaglie ancestrali. Non lho sentita gridare. Ho
solo visto lattimo, il terrore sul suo volto.
Respiro. Mi fa male la testa.
Capita sempre più di frequente in questo periodo, non so perché, e il mio dottore non
risponde più al telefono. Spero che Maria torni presto a casa. Non ricordo dove aveva
detto che sarebbe andata, ma ormai non la vedo da giorni.
Ho un gusto orribile in bocca. Dovrei controllare la scadenza delle cose che mangio, penso
mentre mi rivesto e apro la porta secondaria.
Uh, esclamo mentre attraverso rapido il cortile per tornare in casa, alzati gli occhi al
cielo. Che bella luna piena.