Viale Zara,
02.16 a.m.
Max era stufo di girare a vuoto, nella sua ostinata ricerca di sesso a pagamento. Voleva
una donna, sufficientemente eccitante per i suoi istinti da tempo sopiti a causa di una
moglie piatta, scialba e rompicoglioni.
La trovò un attimo prima di rinunciare, sul marciapiede a destra. Lo guardava facendo
saettare la lingua.
Accostò.
"Ciao, bello..."
"Ciao... quanto?..."
"Bocca e culo... cinquanta Euri!"
"E la fica?..."
"No!!!"
"Cosa...?!? Sei un trans?!?"
"No..."
"Sali..." terminò Max, aprendole la portiera. L'auto ripartì di scatto.
***
Lei si tolse camicetta e minigonna. Si inginocchiò e gli porse il culo
all'altezza del naso. Max si slacciò i pantaloni e abbassò gli slip. Sentiva il sangue
fluire alla testa, il pene duro come solo in quelle occasioni. La montò con furia,
aggrappandosi ai seni sodi. La mano scese al pube, ma lei la bloccò.
"Ti ho detto di no!!! Mia sorella dorme... meglio lasciarla stare..."
gli disse con un sorriso di traverso.
Max non rispose. Si eccitò ancora di più. Uscì dal buco caldo e palpitante dell'ano
della donna e, con una mossa decisa e furtiva, la girò, le gambe finalmente divaricate.
Infilò la mano nella vagina. Si scontrò con un groviglio di peli.
Qualcosa di grande e bulboso iniziò a fuoriuscire dalla cavità, attaccato a una sorta di
cordone ombelicale. Un'orrenda faccina apparve sotto quel groviglio, violacea, grinzosa e
zannuta. Azzannò il collo, poi il petto, le braccia e i genitali di Max, che dopo pochi
secondi era ridotto a un ammasso di carne rantolante e sanguinolento.
La donna si ripulì alla meglio e si rivestì, uscendo dall'auto dopo aver raccolto il
portafogli dell'agonizzante cliente.
"Gliel'avevo detto di lasciar stare la mia sorellina siamese, ma non mi ha voluto
ascoltare... non ascoltano mai!!!"