La ragazza
aveva bevuto troppo quella sera. Alla festa sbandava sui suoi alti tacchi, si faceva
aiutare volentieri a ballare. Poi la musica finì, e tra gli ultimi schiamazzi del
deflusso la accompagnammo in auto.
Io e i mie due migliori amici, lei sola in balia della sua sbronza.
Nemmeno arrivati all'auto e si ripiega su se stessa ed implora aiuto. Le sostengo la
fronte, lei vomita tra grandi sforzi e versi di sofferenza. La sua fronte era fredda, e a
me questo piaceva.
Poi stremata, si lascia caricare in auto, e dorme.
In auto c'era silenzio, un'appagata tranquillità rimarcata da sporadici sguardi di
complicità.
Arrivati a casa mia, la aiutammo a scendere, ed una volta in casa la sistemammo sul
divano.
Preparai un tè, in quello della ragazza aggiunsi del narcotico.
L'aiutai a bere. Dopo alcuni minuti presi un cuscino e la soffocai.
Facevo sempre io i lavoro sporchi, ma devo dire che non mi è mai costato sacrificio.
La mangiammo in 10 minuti. I tricipiti, le cosce ed i glutei erano i tagli più ambiti.
Poi se ci restava fame continuavamo a nostro piacere.
Quindi chiudevamo il sacco di nylon e, come di consueto, scioglievamo i resti nella vasche
di acido della nostra fabbrica.
Tanti anni di droghe sintetiche avevano avviato in noi una metamorfosi irreversibile. Ce
lo spiegò un medico, uno dei nostri, ma non ci spiegò tutto.
Furono i nostri ultimi giorni felici, non sapevamo ancora cosa saremmo diventati.
Nato ad Ancona l'11/07/1971. Appassionato di viaggi, culture e lingue. Lavoro come export manager, scrivo per diletto.