La croce

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

L'Onnipotente mi ha parlato.
Io sapevo d’essere indegno e troppo fragile, eppure ho fatto la Sua volontà.
Ho ripetuto la Sua parola alla gente per strada, nelle piazze, davanti ai negozi, e sono stato insultato, coperto di sputi, percosso.
Ieri mia madre, fasciandomi una ferita al braccio, mi parlava come quando ero bambino: "Mi farai morire! Perché mi vuoi male?"
Mio padre, invece, mi fa sentire la sua voce solo rivolgendosi ad altri: "Quello lì, con le scempiaggini che dice, non lo voglio più vedere in questa casa!"
Perdona tutti, Signore, perché non sanno quello che dicono.
Perdona me stesso, la mia pochezza. Liberami da questa prova. Difendimi da chi mi colpisce!

Mi perseguitano e, a gruppi feroci, mi spintonano e deridono:
"Cosa ti ha detto Lui, oggi? Racconta!"
"Non ti parla mai di donne?"
"Chiedigli la schedina! "
La mia ragazza non vuole vivere con un matto: "Devi scegliere."
Scegliere tra lei e Lui.
Sabato abbiamo fatto l’amore, come tante altre volte, ed ha ripetuto: "Devi scegliere."
Ho spiegato che non sono un folle e neppure un santo, ma non posso rinnegare Dio.
Mi ha baciato e morso le labbra fino a spezzarle.

 

Oggi, mi hanno aggredito all’uscita dal lavoro.
Mi hanno buttato per terra e massacrato di calci.
Mi hanno straziato la fronte con un anello di filo spinato, mi hanno legato e trascinato sull’asfalto bastonandomi e colpendomi a calci.
Ridendo, hanno preparato la croce. Hanno piantato i chiodi nelle mie braccia.
Dio, Dio mio! Dove sei?
Mentre m’innalzano sulla croce, ai miei piedi, la mia ragazza urla e mi tende le mani.
Allontanate da me questo calice!
La mia vita scorre via col sangue.
Sto soffocando.
Sto morendo.
Raduno le mie forze per un ultimo grido: “Dio! Bastardo! Dove sei?”

Marco Salvario