Dopo tutto
un pomeriggio, finalmente la zucca è pronta! Me la sono procurata ieri sera; Mary, la
ragazza a cui l'ho presa, all'inizio, non era davvero entusiasta di lasciarmela
ma
alla fine l'ho convinta.
Era la prima volta che ne prendevo una, una così speciale. Pensavo sarebbe stato più
difficile. Invece il peggio è venuto dopo. Tutto doveva essere praticamente perfetto.
Così ho fatto un'incisione nella parte superiore, l'ho scoperchiata e l'ho svuotata di
tutta quella purea maledetta che la riempiva. Le mani grondavano di poltiglia e sugo ma,
alla fine, sono riuscito a svuotarla. Poi è stata la volta degli occhi. Il lavoro era
delicato, come potrete immaginare: ho tirato via i bulbi con un cucchiaino, ho reciso i
nervi ottici e, con dell'ovatta, ho lucidato le orbite.
Infine sono passato alla bocca. I denti li ho strappati via quasi tutti: incisivi, canini e premolari, con una pinza da bricolage. Ho tirato la lingua fuori e tagliato con un coltello da arrosto un taglio solo, netto. Infine, per tenerla aperta, ho messo tra le mandibole due pezzi di ferro, a mantenerla in posizione da urlo. Ho infilato una candela accesa, proprio dov'era la lingua ma, diavoli, la luce non voleva saperne di venire fuori anche dagli occhi. L'unica soluzione possibile era quella di aprire dei punti luce, dal palato dritti nelle cavità orbitali. Ce ne ho messo di tempo mi sono riempito la faccia di schegge d'osso e ho saturato la stanza di puzzo d'unghie bruciate, ma adesso anche Mary splende dietro la mia finestra, dritta verso la strada. Adesso aspetto. Quest'anno non ho paura di restare senza dolcetti per i bambini del paese: ho confezionato una marea di pacchettini splendidi con quel restava di Mary davvero tanto. Qualcuno sta per bussare, lo so! "Dolcetto o scherzetto?"