Ogni primavera sono solita andare ad Alghero per trascorrere qualche settimana di mare in santa pace nella casa dei miei genitori prima che questi ultimi si piazzano per le vacanze estive.
Quando arrivavo lì andavo sempre a fare shopping in un negozio in centro città gestito da Alessia, una ragazza dolcissima di un anno in meno di me con la quale sono subito diventata amica.
Tutte le volte che dovevo ripartire per Milano mi regalava sempre un capo d’abbigliamento e io ricambiavo mandando i miei genitori da lei con qualcosa che ad Alghero non si trovava, come i prodotti di Lush o le palette di ombretti di Sephora, ben sapevo di renderla felicissima.
Quella volta non dissi a nessuno che sarei scesa per evitare continui inviti, così appena arrivata in aeroporto salii sul primo bus che mi avrebbe lasciata a pochi metri da casa.
Era primo pomeriggio e avevo appena finito di disfare i bagagli, quando suonò il citofono in modo molto acuto e fastidioso.
- Chi sarà mai? - mi chiesi io sorpresa mentre mi dirigevo verso il balcone per vedere chi era.
Appena affacciata ho visto che era proprio Alessia e teneva in mano un grande sacchetto con il logo del suo negozio.
- Ciao Alè, eccomi, come stai? - salutai io felice della sua visita - Bene, grazie… ascò, ti ho portato questi vestiti, acchiappa che ti stanno bene - rispose lei porgendomi il grosso pacco.
- Grazie Alè, ma sono nuovi e tanti, li devi vendere, non posso accettarli tutti - risposi io tentando di restituirgliene alcuni; - Non ti preoccupare che non mi servono, ora esci che vado, ciao Già - concluse lei andando via in tutta fretta.
Entrai in casa rendendomi conto di non aver fatto in tempo a rientrare in casa per prendere i regali da dare a lei. Mi promisi quindi di andare il giorno dopo nel suo negozio a consegnarglieli, cogliendo anche l’occasione di parlare con più calma mangiando anche qualche pasticcino del nostro amato Ciro, una pasticceria molto rinomata di Alghero.
Aprendo la busta trovai 12 vestiti, tutti bellissimi e che mi calzavano a pennello, pareva conoscesse i miei gusti e la mia taglia.
Una volta sistemato il generoso regalo tornai a sistemare i bagagli, accorgendomi subito che mancava all’appello la grossa palette di Sephora che avevo acquistato la settimana prima proprio per la mia amica.
Eppure ero certa di averla messa nel bagaglio a mano, anzi è stata una delle prime cose che avevo preso... ma che cosa strana!... Vabbè, meno male che avevo ancora il cofanetto di Lush, almeno non sarei dovuta andare in giro per Alghero per trovarle un bel regalo in tutta fretta.
La mattina seguente, approfittando del tempo non proprio ideale per andare in spiaggia, mi recai dalla mia amica ma con mia grande sorpresa trovai in negozio il suo fidanzato intento a fare l’inventario.
- Ciao Christian, mi sai dire dov’è Alessia per favore?v- chiesi io ansiosa di rivederla - Non lo sai? - mi richiese lui come se dovevo già sapere qualcosa - Cosa?... Veramente non so niente, anzi proprio ieri è passata a casa mia a regalarmi dei vestiti -.
A quel punto viddi il povero ragazzo impallidire e sgranare gli occhi: - Ma... Alessia è morta tre mesi fa in un incidente in motorino, proprio dietro casa tua... ecco perché non trovo più i vestiti di Rinascimento-.
Appresa la notizia scoppiai a piangere e pregai Christian di accompagnarmi subito al cimitero.
Arrivati davanti alla tomba di Alessia impallidii io: la palette di ombretti di Sephora era appoggiata proprio lì e né io né Christian siamo riusciti a spostarla.
In quel momento capii che il giorno prima era passata per il nostro consueto (e ahimè) ultimo scambio di regali.
Racconto dedicato ad una mia carissima amica morta d’incidente stradale. Alcuni vocaboli sono stati usati in base al modo di parlare Algherese.