Lontana da
sguardi indiscreti, in una cabina vuota, Margherita.
Legge.
Ogni tanto si passa una mano fra i capelli biondi, i suoi occhi guizzano attraverso la
lettera, inizialmente paiono accendersi, poi, mentre scorrono quelle poche righe vergate a
mano, un velo nero cala sullo smeraldo, in fondo allo smeraldo forse c'è un mare di
lacrime.
Guarda fuori, la gelida campagna di febbraio, ammantata dalla nebbia, tutto è cupo, tutto
è freddo, fra poco sarà notte.
Daniele ama questo momento del giorno, in inverno, intriso di oscura magia, poca gente in
giro, una sigaretta a fargli compagnia in attesa della luna, seduto sulla solita panchina
incurante della neve tagliente.
Daniele...
Margherita si sente a disagio, una frase nella lettera, plumbea come gli occhi del
ragazzo, quanto gli amava nonostante tutto, una frase di cui non riesce a cogliere il
significato, in cui pare nascere il suo disagio, morire ogni speranza di riconciliazione.
Rilegge.
"E se veramente tutto è finito, allora lascerò che il demone della passione mi travolga e mi infiammi, incrocerò la tua via e il nostro abbraccio non avrà più fine, il mio ricordo ti perseguiterà per sempre, lo so questa non è una prova d'amore, è una vendetta."
Margherita piange, forse ha capito, forse sta per gridare, ma lo
stridere dei freni l'ammutolisce, improvviso, viene scaraventata sul sedile davanti, si
rialza immediatamente, apre il finestrino, un nugolo di gente spaventata.
Corre attraverso i vagoni, cercando di capire, le voci si rincorrono ma lei continua a
sperare, non possono le lacrime che le solcano il viso, non possono avere ragione.
Vede il conducente disperato, le mani sul volto, urla verso chi chiede spiegazioni, ma poi
si calma e con voce roca, carica di dolore, spiega, di un ragazzo vestito di nero, si è
lanciato contro il treno...